Toliseo
sabato 17 ottobre 2020 23:19
Lo sguardo smarrito
non scorge l'indistinta sagoma,
sottratta alla vista
da frammenti d'un armonioso mosaico,
maschera del fosco passato,
immobile,
sordo al canto
e cieco all'albeggiare,
stretto nell'avida morsa del ricordo.
Versolibero
domenica 18 ottobre 2020 00:44
Mi piacciono gli ultimi quattro versi, ma questi:


non scorge l'indistinta sagoma,
sottratta alla vista
da frammenti d'un armonioso mosaico,
maschera del fosco passato,


mi risultano aggrovigliati, troppo ermetici, difficili da decodificare.
Un "aiutino"?

Buona notte.
fabella
domenica 18 ottobre 2020 08:20
Re:
Toliseo, 17/10/2020 23:19:

Lo sguardo smarrito
non scorge l'indistinta sagoma,
sottratta alla vista
da frammenti d'un armonioso mosaico,
maschera del fosco passato,
immobile,
sordo al canto
e cieco all'albeggiare,
stretto nell'avida morsa del ricordo.




torno anche sotto questa poesia a ribadire che sento monotonia nella forma. la prima cosa che mi salta all'occhio. incalzano gli aggettivi, troppi. oltretutto, nella prima parte, davanti ai nomi.

la poesia non andrebbe mai così tanto personalizzata. imporre a questo punto il proprio sentire, senza lasciare libero il lettore di provare il suo.

Toliseo
domenica 18 ottobre 2020 14:31
Re:
Versolibero, 18/10/2020 00:44:

Mi piacciono gli ultimi quattro versi, ma questi:


non scorge l'indistinta sagoma,
sottratta alla vista
da frammenti d'un armonioso mosaico,
maschera del fosco passato,


mi risultano aggrovigliati, troppo ermetici, difficili da decodificare.
Un "aiutino"?

Buona notte.




Ciao!!

Allora..
riguardano un legame che gradualmente si sta deteriorando.. il quale però è ancora vincolato al ricordo del tempo trascorso insieme ("frammenti d'un armonioso mosaico").. quindi la realtà dei fatti non è stata interiorizzata ("maschera del fosco passato").. parlo di "sagoma indistinta" per riferirmi all'incapacità di concepire l'altro per ciò che attualmente è.. per indicare il progressivo cambiamento della relazione..



Toliseo
domenica 18 ottobre 2020 15:00
Re: Re:
fabella, 18/10/2020 08:20:




torno anche sotto questa poesia a ribadire che sento monotonia nella forma. la prima cosa che mi salta all'occhio. incalzano gli aggettivi, troppi. oltretutto, nella prima parte, davanti ai nomi.

la poesia non andrebbe mai così tanto personalizzata. imporre a questo punto il proprio sentire, senza lasciare libero il lettore di provare il suo.





Ciao!!

Ho scelto di anteporre l'aggettivo al nome perché ho ritenuto suonasse meglio in quel modo..
Sull'eccessiva presenza di aggettivi e sulla monotonia della forma.. credo tu abbia in parte ragione..ma la forma si apprezza o meno.. quindi penso sia anche, se non totalmente, una questione di gusti.. in relazione alle abilità di chi scrive, ovvio ahah..
Per quanto riguarda la questione del "sentire".. non condivido affatto.. non si scrive mai per gli altri, per lasciare spazio a loro...lo si fa per se stessi...è un atto puramente egoistico.. l'altro può provare qualcosa solo se si sente vicino a quanto legge.. ma inevitabilmente non sarà la stessa emozione che ha mosso la nascita dello scritto.. lo spazio di cui parli penso sia un rifugio, dove amo riararmi anche io, ma è troppo distante dalla poesia in quanto tale..
Versolibero
domenica 18 ottobre 2020 15:27
Re: Re:
Toliseo, 18/10/2020 14:31:


Ciao!!

Allora..
riguardano un legame che gradualmente si sta deteriorando.. il quale però è ancora vincolato al ricordo del tempo trascorso insieme ("frammenti d'un armonioso mosaico").. quindi la realtà dei fatti non è stata interiorizzata ("maschera del fosco passato").. parlo di "sagoma indistinta" per riferirmi all'incapacità di concepire l'altro per ciò che attualmente è.. per indicare il progressivo cambiamento della relazione..





ok, grazie.
Però mi sembrano soluzioni troppo facili e anche troppo vaghe, servirebbero immagini più concrete e suggestive, meno astratte per poter un tantino coinvolgere chi non conosce la storia che ti ha mosso a scrivere.
Ammesso che interessi questo soggetto molto personale.



Versolibero
domenica 18 ottobre 2020 15:52
Re: Re: Re:

Ho scelto di anteporre l'aggettivo al nome perché ho ritenuto suonasse meglio in quel modo..


Desidero anch'io dire la mia:
su questo punto sono anch'io dell'idea che a decidere la posizione dell'aggettivo sia la lettura più o meno armoniosa del verso, sempre che si desideri l'armonia, e sempre a patto che sia tale la scorrevolezza che il lettore neanche si accorga se l'aggettivo sia stato anteposto o meno.



Sull'eccessiva presenza di aggettivi e sulla monotonia della forma.. credo tu abbia in parte ragione..ma la forma si apprezza o meno.. quindi penso sia anche, se non totalmente, una questione di gusti.. in relazione alle abilità di chi scrive, ovvio ahah..


Su questo invece non sono d'accordo:
scrivere un testo non presuppone l'idea di una cosa statica, per così dire come un uovo che è uscito così e così sia, lo spirito del laboratorio è anche quello di "testarne la riuscita", quindi quale gioia nel vedere che il dolce è lievitato bene...
Ché se la torta è stata fatta con cura, neanche ne resta una briciola!
Sta a te quindi lavorare sul testo in tal senso, affinché il lettore la poesia "se la gusti", e più è buona, più incontra i gusti degli assaggiatori...


In quanto al resto, proprio non sono d'accordo:

Per quanto riguarda la questione del "sentire".. non condivido affatto.. non si scrive mai per gli altri, per lasciare spazio a loro...lo si fa per se stessi...è un atto puramente egoistico..


Se così fosse, ognuno scriverebbe le poesie sul proprio quaderno, o sul computer, senza esporle a un pubblico di lettori, o sbaglio?
Invece ci sono poesie che resistono con la loro pura freschezza da secoli, vedi Saffo ad esempio, vedi poeti dal valore universale come Leopardi, Dickinson, Pascoli, tanto per fare un esempio...
Purtroppo non si può ritenere "poesia" ciò che si scrive solo come sfogo, bisogna andare oltre.
Non è che non si possa scrivere anche di cose e sentimenti personali, ma il coinvolgimento degli altri è dato dalla profondita, suggestività, evocatività, stile, musicalità... e tanti altri ingredienti.

Infine un appunto sui puntini sospensivi, dato che ho visto sulla scheda che sei un ragazzo universitario: vedere solo due puntini al posto dei tre, già dà l'idea di metterci poca cura;
però la colpa non è tua... la colpa è sicuramente del tuo/della tua prof. che non ti ha preso (metaforicamente) a bacchettate sulle dita!
😵😡😁

Ciao!





macrino
domenica 18 ottobre 2020 15:58
Per chi si scrive? Per tutti e per nessuno, oltre che per Nessuno e per chi, se leggesse, forse interverrebbe....
macrino
domenica 18 ottobre 2020 15:59
Comunque toglierei qualche aggettivo.
fabella
lunedì 19 ottobre 2020 06:50
Re: Re: Re: Re:
Versolibero, 18/10/2020 15:52:



sono anch'io dell'idea che a decidere la posizione dell'aggettivo sia la lettura più o meno armoniosa del verso, sempre che si desideri l'armonia, e sempre a patto che sia tale la scorrevolezza che il lettore neanche si accorga se l'aggettivo sia stato anteposto o meno
[...]
scrivere un testo non presuppone l'idea di una cosa statica, per così dire come un uovo che è uscito così e così sia, lo spirito del laboratorio è anche quello di "testarne la riuscita", quindi quale gioia nel vedere che il dolce è lievitato bene...
Ché se la torta è stata fatta con cura, neanche ne resta una briciola!
Sta a te quindi lavorare sul testo in tal senso, affinché il lettore la poesia "se la gusti", e più è buona, più incontra i gusti degli assaggiatori...
[...]
Se così fosse, ognuno scriverebbe le poesie sul proprio quaderno, o sul computer, senza esporle a un pubblico di lettori, o sbaglio?
Invece ci sono poesie che resistono con la loro pura freschezza da secoli, vedi Saffo ad esempio, vedi poeti dal valore universale come Leopardi, Dickinson, Pascoli, tanto per fare un esempio...
Purtroppo non si può ritenere "poesia" ciò che si scrive solo come sfogo, bisogna andare oltre.
Non è che non si possa scrivere anche di cose e sentimenti personali, ma il coinvolgimento degli altri è dato dalla profondita, suggestività, evocatività, stile, musicalità... e tanti altri ingredienti.

Infine un appunto sui puntini sospensivi, dato che ho visto sulla scheda che sei un ragazzo universitario: vedere solo due puntini al posto dei tre, già dà l'idea di metterci poca cura;
però la colpa non è tua... la colpa è sicuramente del tuo/della tua prof. che non ti ha preso (metaforicamente) a bacchettate sulle dita!
😵😡😁




ecco ero entrata di buona lena per risponderti proprio così, ma Rosanna mi ha anticipato e ha ulteriormente approfondito. quella dei puntini di sospensione mi era proprio sfuggita [SM=g8231]


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