(...) Il soffocamento, e tutto il resto, lo nutre la nostra mente, non è una realtà oggettiva. Un volta compreso questo, si è pronti a guarire. Mai ribellarsi, opporsi alla fobia, al panico, abbracciatelo e andrà via.
Sono d'accordo sul fatto che nessuno possa autoimporsi una trasformazione/guarigione che può avvenire solo rielaborando tutto il percorso esistenziale e l'impatto con il mondo esterno lentamente e spesso non senza prima aver toccato il fondo.
Ma non credi che sia quando ci si chiude e sia quando si dovesse tornare al vivere fuori, tra la gente, sia in entrambi i casi un prodotto della nostra mente?
Che cosa intendi altrimenti per realtà oggettiva?
La solitudine è temuta da chi sente di avere bisogno degli altri e li accetta per come sono solo perché si adatta a chi, diverso da come lui si sente/ed è dentro, non lo capisce.
Si adatta, ma a quale prezzo?
Ed ecco che c'è anche una solitudine desiderata e abbracciata da chi non accetta compromessi che costano troppo in termini di sensibilità.
Mi spiego con un esempio:
se la maggior parte di gente fosse costituita da omertosi come quell'autista del pullman che recentemente è rimasto impassibile mentre un uomo, scambiato per un gay, è stato picchiato da un gruppo di belve umane, e non solo non è intervenuto ma non ha chiamato neanche le forze dell'ordine, anzi ha creduto di giustificarsi dicendo che suo nonno gli ha insegnato a farsi i fatti suoi (realtà oggettiva) quello che proverei (soggettivo) è sgomento, delusione, rabbia, impotenza di fronte a una società malata, corrotta, egoista, omertosa, allora la mia reazione potrebbe arrivare alla chiusura e alla solitudine totale: una condizione meno sofferta perché ogni rinuncia al contatto con l'esterno sarebbe una mia scelta. Un'autodifesa da una sofferenza maggiore.
In questo caso nella mente si produrrebbe sfiducia nel prossimo - e di qui l'autoreclusione, che a sua volta porta a disordini psicologici e all'apatia totale perché in realtà non siamo nati per essere soli.
Solo negli individui più forti il ricorso alla razionalità unita alla forza d'animo interviene cercando una soluzione che possa modificare la realtà oggettiva cercando di migliorarla, ma occorrono anche validi strumenti quali la cultura contro l'ignoranza unitamente a un ruolo sociale e/o politico, altrimenti possiamo solo produrre poesia, filosofia, arte, cultura che potranno incidere sul reale solo a lungo termine.
Ciao e grazie Giacinto per avermi letta dandomi modo di esplicare quel che ne penso.