Re:
Rebby., 13/08/2009 23.17:
Ho perso il treno
quella sera d’agosto
Eppure quella strada era segnata
dall’orizzonte di cartelli
che facevano da linea ai ferri
roventi
di un’estate nel dove
Non posso guardarmi alle spalle
il veloce scorrere in fronde
ma la vista mia
sazia l’ego
di quell’agitarmi la mano
Nell’oasi
Mi rimbalza un respiro
confesso di essere tornata dal mese di vacanza in collina, completamente incapace di scrivere... ma anche di leggere, se mi sono lasciata sfuggire poesie come questa. Cara Rebby. qui c'è il silenzio e la staticità dei quadri di Hopper nella prima strofa e il movimento dei futuristi nella seconda. è una piccola perla. e il valore delle spaziature, che tu spesso sostieni, qui raggiunge il suo culmine tra "un'estate del dove" e il "non posso guardarmi alle spalle". in quel silenzio c'è lo smarrimento in cui mi riconosco. lo stato d'animo che prima ti descrivevo di immobilità, di attesa...
ti abbraccio