un po' dedicata a ili@de
c’e stato un imperfetto del verbo
per guardare alle cose con occhi più grandi
sgranati all’avventura di imparare
non rinnegherò l’opera del tempo
che ho speso, ma pescare nel profondo
non vuol dire ritrovare la verità di me
dei soli accaduti per caso
delle ombre a provocare
-mutazioni
la vertigine inghiotte e impantana
più lungo è il pozzo, più la luce risulta uniforme
e la notte fatta di perfezioni
che non hanno un solo centro di ragnatela
ma quel caldo nel sangue che fa paura
meglio una coniugazione al futuro
aperto come un quaderno bianco, una dislessia
una data d’inizio che mantenga lontana
la finzione del tempo che mi resta