duetto con Francesca
In ricordo dei bei tempi. Grazie Fra.
hai riflessi da guerriero
mentre ti perdi allo specchio
contando le spine
tirapiedi attorno a un morbo
che ha il sapore estremo
di sconforto
Chiedi e richiedi speranza
poi un segno
e dimentichi la gioia
*
nell'argento si sciolgono le spine
molli dolori e tetti da ricucire
Riaffiora la spada dai calcinacci
e ghirlande antiche
gemmano gli occhi
la mano del nuovo assalto
sotto grandi ali il segno minimo
e una gioia tutta da raccogliere
*
non vedo che chimere sepolte
forse un bivio, mentre
mi richiami alla felicità
e sostano tutti i dubbi
nel mare scoperto di rancori
vecchie glorie o solo dolori
di un niente passato lì, per caso
non chiedermi risvegli
se è notte e non dormo
*
ridiamoci le rosse vigne
e i sorrisi demolitori
di ambiziose muffe...
riprendiamoci l'acqua
nei contro dei dubbi
e lasciamo che s'asciughi
la fiumara
Basteranno le falene
per ricordarci i vetri
e se non dormi
non chiederò nulla
*
rifacciamoci le corse nella pioggia
ignara e le lenzuola dai dintorni
smarriti, piccole soste del cuore
e in tutto quello che non mi chiederai
risiederà l'aurora del primo sguardo
è la tua mano, ormai la sento...
accompagnami sul fondo
*
ti passerò attorno ai fianchi
la corda che parte dal cuore
e tirerò fino a mezzanotte
appoggiato al tuo respiro
Riparerò i divani rotti
e tutti i caloriferi
la mano solfeggerà l'alba
attorno alla seta del tuo seno
Ambra e luce ponte d'amore
con tutto il male in un barattolo
nel sottoscala e la bocca su di me
*
arpeggiami aliti di luna
qui, sul torace mentre ti perdi
a singhiozzare lingue
dal tono bianco e quasi sveglio
aspettami al varco del silenzio
quando stanco e perplesso
rischierai sapori sulla mia pelle
e non ci saranno motivazioni
che possano valere un confine
prendimi e riprendimi
serena e scolorita di bagliori
racchiusa, stretta e imperfetta
nella clausola di mille amori
*
Saranno battiti e pulsare
le vicinanze dei muschi
che nell'intrecciarsi
sospendono i cicli
alzando le maree
Ti prenderò serena
nell'arco prigioniero del felino,
nella distesa trasversale dei fianchi,
nel discendere acuto dell'onda,
risacca di un sussurro
o resto di aquilone
*
e io mi lascerò prendere
come muschio da un presepe
come luce in uno scatolo
sentirai l'odore di maglie
asciugate in fretta,
pagine di libri arabi
tra le mani
oh sì, quella musica
e certi amori che non finiscono
riparano le strade che sbagliano
ripartono dall'infinito
e si ricongiungono
poi si eclissano
...rinascono
*
Ecco il segno
la tua musica
e depongo le armi
sul tuo seno
Abbracciami
*
...oh male
a cui non so rinunciare