secondo me invece qui fai una buona coniugazione tra chiarezza e poesia. dobbiamo un po' fuggire dal "poetico" e resuscitare le forme sintattiche e logiche del lettore, quando vogliamo che la nostra poesia svegli e non faccia solo sognare. che parli a tutti, per diventare necessaria e rendere concreto il ruolo del poeta. è chiaro che per chiamarla poesia deve rispettare i canoni, gli equilibri, la sintesi di base che siamo qui da tempo a studiare. ma oggi più che mai è indispensabile che ognuno introduca nella scrittura le sue rotture con la regola, perché la poesia non sia solo un linguaggio da salotto letterario, ma che parli a milioni e milioni di persone
sul testo caso mai torniamo. per ora un appunto qui
e io
scrivo di un Aprile grigio
pioggia sulla fronte che
descrive
la nostra inconsistenza.
ne sostituirei uno con il verbo dire