Inconsistenza

ggiacinto
mercoledì 23 aprile 2014 13:41

-2014-

ascolta l'opinionista assuefatto
con parole di nuovordine
e la cravatta che non s'intona
ogni cosa è ormai detta e fatta
sulla libertà dell'uomo
anche se nessuno l'ha mai vista
discreta sfiora, si agita appena
e non ha voglia di gettarsi

per scongiurare la noia
avrà plauso l'ultimo genocidio
non fa audience il diritto
perché solita retorica
vorrebbero tagliare la testa
all'ultimo coglione che osserva il cielo
e sa dell'aria laggiù nascosta
accusato di visibilità
gli consigliano di morire
con estrema delicatezza

ascolta quel malato impopolare
per due soldi così gradasso
ha nostalgie tiranniche
la bava alla bocca di un mentecatto
guardalo e ascolta bene
non ha risorse, eppure
si ostina a dire
spiega agitando anche le mani

e io scrivo di un Aprile grigio
pioggia sulla fronte che descrive
la nostra inconsistenza.


Francesca Coppola
giovedì 24 aprile 2014 14:30

il messaggio è chiaro, credo lo sia fin troppo. Sa molto di sfogo. Proverei a limare qui e lì, onestamente.

Un saluto
fabella
domenica 27 aprile 2014 09:32
mi fa pensare ad un testo al quale feci l'arrangiamento tempo fa. era una prosa ed io l'ho trasformato in poesia in rima



l'uomo mediocre


Mentre Schiele divarica gli umori
alla ragazza con labbra rubine

e mette in fuga amplessi di colori
Munch, da quel sordo grido senza fine

l’uomo mediocre dalla sua finestra
osserva l’automobile che a Vienna
regala con manovra sì maldestra
il primo scoop al sangue della penna

Quanto denaro – pensa- occorrerebbe
ed una vita umana pagherebbe?

Quello delle signore in decolté
scarrozzate sul ritmo del commiato
a disegnar di pizzo macramè
le ombre al volto del malcapitato

quello di un sacco di farina e mezzo
che sfama moglie e figli un anno intero
tempo dato al padrone a caro prezzo
ché nulla d’altro v’è da dare, invero

Non si può ceder più del proprio tempo.
Quanto varrebbe questo nostro tempo?

La frutta costa un giorno al pescatore
vale una settimana un buon salmì
si paga il dolce a ore, il mutatore
in cambio di Harry Potter un Dalì

ed il chirurgo plastico, altrimenti
con incarnati freschi di giornata
a riempir tette e tirar su dei menti
avrà la casa là, sulla cascata

Si ferma il tempo sul rosso di Schiele
e spiana l’eco Munch sulle sue tele




ggiacinto
domenica 27 aprile 2014 10:42
Fabella, questa tua poesia è bellissima! Però vorrei chiederti se nella mia sono stato troppo chiaro...se è poco poetica!

[SM=x2823269]

fabella
domenica 27 aprile 2014 11:29
secondo me invece qui fai una buona coniugazione tra chiarezza e poesia. dobbiamo un po' fuggire dal "poetico" e resuscitare le forme sintattiche e logiche del lettore, quando vogliamo che la nostra poesia svegli e non faccia solo sognare. che parli a tutti, per diventare necessaria e rendere concreto il ruolo del poeta. è chiaro che per chiamarla poesia deve rispettare i canoni, gli equilibri, la sintesi di base che siamo qui da tempo a studiare. ma oggi più che mai è indispensabile che ognuno introduca nella scrittura le sue rotture con la regola, perché la poesia non sia solo un linguaggio da salotto letterario, ma che parli a milioni e milioni di persone [SM=g8231]


sul testo caso mai torniamo. per ora un appunto qui

e io scrivo di un Aprile grigio
pioggia sulla fronte che descrive
la nostra inconsistenza.

ne sostituirei uno con il verbo dire


[SM=g2829702]
ggiacinto
domenica 27 aprile 2014 11:35
Si Fabella, mi era sfuggita questa ripetizione!

e io dico di un Aprile grigio
pioggia sulla fronte che descrive
la nostra inconsistenza.

Grazie!!!

[SM=x2823269]

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