Incontrando una vecchia moka!

el_greco
mercoledì 21 novembre 2007 22:58
-Buonasera cara come va?
-Ciao

-Oh la miseria! Stasera siamo giù di corda che succede?
-Nulla

-Quando lei dice “nulla” con quel tono già immagino che ci sia qualcosa sotto e poi è difficile che incontrandoci lei mi saluti semplicemente con un ciao. La cosa dev’essere assai grossa. Allora come va?
-Beh! Ho visto giorni migliori.

-Questo è vero, chi di noi non ha visto tempi migliori, anzi per essere franchi non credo ci siano stati giorni peggiori, certo, man mano che si va avanti, non per essere pessimisti ma, le cose sembrano peggiorare sempre più.
-Come è vero!

-Allora, mi dica!
-A raccontarla tutta non è che mi senta molto in forma.

-Perché?
-Mah! E’ un po’ di giorni che sentivo un’aria pesante, sa noi vecchie caffettiere abbiamo il polso della situazione, ci accorgiamo subito se ci sono dei cambiamenti, basta già osservare al mattino le persone che ci si avvicinano, ed io da qualche giorno avevo l’impressione che qualcosa non andasse.

-Oh perbacco! Cosa è successo?
-Mah! Io ormai ho una certa età, sono anni che mi trovo in questa famiglia e come sa è facile affezionarsi. Ci sono certi riti che ti entrano dentro ed ai quali pensi non dovrai mai rinunciare.
Prenda per esempio al mattino, ero io che svegliavo la famiglia sa?. Per il vero era la signora che si svegliava e dopo avermi coccolato, a volte mi portava anche in giro per le stanze, era il rito del mattino, il profumo riempiva l’aria ed io mi sentivo importante, era come se tutta la famiglia ruotasse intorno a quel caffé.
In realtà la signora aveva il vezzo di prepararsi il caffé anche più volte durante la mattinata, e tra un caffé e l’altro la vedevo trotterellare quasi danzante tra una stanza e l’altra.
Poi mezzogiorno era l’altro appuntamento certo, la famiglia riunita per il pranzo ed io che svolgevo il mio compito quasi defilata, discreta ma sempre pronta. Lo sa che ero l’oggetto di casa più corteggiato? Non per vantarmi, ma sapevo il fatto mio. La signora mi teneva molto da conto, sostituiva periodicamente filtro e guarnizioni e se si accorgeva che il mio gorgoglio cambiava aveva mille attenzioni e non riusciva a staccarsi fino a quando il mio caffé non tornasse ad essere gustoso come piaceva a lei.

-Scusi, ma lei sta parlando al passato, come mai?
-Eh! Mia cara è inevitabile, sa cosa è il progresso? Mi ero illusa di essere indispensabile, complice anche il fatto che ero l’unica moka di casa. Ma era gia da una settimana che avvertivo un’aria distratta ed i miei impegni quotidiani diventavano sempre più radi. Fino all’altro giorno quando, a fianco al forno a microonde, ho intravisto lei: una macchinetta espresso, sa quelle che funzionano con la cialda, che sputano fuori il caffé in 10 secondi, che sono un concentrato di tecnologia e fanno sfoggio di accessori tipo… fare la schiuma, il cappuccino, il vapore
A dire il vero la signora si è premurata subito di non farci incontrare, ma ormai era tardi, l’avevo già vista ed avevo intuito anche la mia sorte.

-E cioè?
-Ma come cioè? Pensa io possa reggere il confronto con una macchinetta espresso che sforna 10 caffé in pochi secondo mentre io impiego più di dieci minuti per farne appena tre?
vedrà, tempo altri due giorni e sarò riposta in credenza fra gli oggetti di antiquariato ed andrà bene se non mi ritroverò in qualche discarica assieme alle bottiglie da riciclare.
In verità le dico che mi piacerebbe almeno restare vicino a quel vecchio macinino, sa, quello a forma di parallelepipedo, con il braccetto in ferro ed il pomello in legno, quelli che la mattina prima di tutto c’era da macinare il caffé. A dire il vero ho sempre compatito quel vecchio arnese, dopo l’avvento del caffé già macinato era stato messo in pensione abbastanza presto. In fondo a me è andata meglio.

-Ora cosa farà?
-Sa una cosa? Non lo so e comunque non dipenderà da me, il mio futuro è legato alla novità, il fatto che ognuno potrà fare il caffé senza dipendere dagli altri è certo una gran cosa, ma io rappresentavo il collante dei riti quotidiani principali.
Ma lo sa che a volte anche a notte tarda c’era chi con molta accortezza si avvicinava a me per un’ultima tazzina quotidiana? Ma questo lo sapevamo in pochi!
Eh! La tecnologia, il fascino della novità, come biasimarli? Io rappresento il vecchio, mi lasceranno alle spalle come tutte le cose del passato, farò forse parte dei ricordi, qualcuno da grande si ricorderà dei tempi in cui il caffé veniva preparato con amore ed il suo profumo si spandeva nell’aria, quando le dosi erano lasciate al libero arbitrio di chi lo preparava e non c’erano pastiglie precostituite in una sorta di prete a porter dei riti quotidiani.
Usa e getta questo è l’imperativo, ma se devo essere sincera fino in fondo, preferisco diventare la caffettiera dei ricordi che la macchinetta espresso con i pulsanti colorati da schiacciare.

-E allora?
-E allora mi lasci andare che c’è un ultimo caffé da preparare!

-Oh ! Bene ! Allora arrivederci!
-Arrivederci? Chissà!




te_verde
venerdì 23 novembre 2007 10:51
Anche in questo racconto c'è una metafora (stavolta abbastanza chiara). E scommetterei(chissà perchè [SM=g27989] ) faccia paio con un'altra letta in giro sempre in questo forum. [SM=g27988] [SM=g27990]

(Ma perchè non mi faccio gli affari miei? [SM=g27996] )
Francesca Coppola
martedì 20 maggio 2008 13:07
Semplicemnete straordinaria, che metafora di vita...
il vecchio che lascia il passo al nuovo!
non sempre felicemente e senza rimpianti...
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