Re:
Francesca Coppola, 20/06/2009 14.37:
e del dolore mi riacchiappo le maniche
per stirare condoglianze o sorridere
del giorno cimitero
sconsigli coraggio nei ghirigori
oracoli come edera nelle sere manicomi
sicura ambizione senza unghia
Litigano sui balconi queste elezioni
conguagli fittizi allertati dal fiuto
incosapevolezza del girovago
e mi spezza il fiore delle menzogne
sono certa che anche i tuoi suoni conducano al desiderio di portare all'esterno di te sensazioni e stati d'animo. ultimamente sto facendo uno studio su fonetico della tua poesia, se così si può dire e a volte sento degli stridori, che non contrastano quello che è già la difficoltà di interpretazione del testo. ora vorrei dirti (e qui in un certo senso mi rifaccio alla questione discussa nell'intervista) che secondo me, questo contrasto occorrerebbe, in questo senso: più senti ingarbugliato il tuo pensiero interiore (tanto da cercare di intenderlo tu stessa con l'aiuto delle interpretazioni altrui), e più dovresti fare uscire fluida la parola. perché mi sembra che tutto insieme, ermetismo, lessico e costruzione, crei un contesto impenetrabile da ogni ottica e posizione del lettore, partendo dalla cosa più semplice: la lettura.
(cosa che peraltro non riscontro in certi testi che ti escono lisci come l'olio, pur mantenendo lo stesso mistero, ma per la loro linearità, amplificando il fascino)
ora te la butto lì così, ma spero presto (anche se ti conviene armarti di pazienza, perché coinvolge persone mooooooooolto lente
) saprai del mio studio sui tuoi testi, ne parleremo bene assieme, perché credo sia una cosa estremanete interessante per entrambi.