Io sapevo solo abbracciarli

-2015-

mentre passeggiavo per El Manar
il sole era così forte che compresi
tutto quel bianco intorno, era ovunque
sui muri, verso il cielo a disegnare cupole
e per quanto distraesse l'odore del gelsomino
l'aria delle notti incantate dalle lucciole
dietro le trifore delle case, ero chiuso
in un fermo immagine, una sintesi
che persegue il passato e divora il futuro
un po' come scrivere al contrario
in una lingua con troppe lettere, che fa il verso
a tutte le lingue del mondo
ed io ero quello pallido, guardato con sospetto
poi leccato ad ogni passo
e per quanto si possa usare l'immaginazione
non c'era amore nei loro occhi,
da quelle parti, dove è fredda solo la notte
non ti amano, l'unica maniera congenita
è lo spremere, il dissanguare, l'ottenere
come se fossero nati per estorcere
strappare la pelle che ti rimane addosso
ed è inutile spiegare che si può dire anche - no
allo straniero che arriva sbracato sulle spiagge di Bizerte

forse li sdegnava la camminata
e mentre scagliavano uova marce sulla mia schiena
ero circoscritto in un sorriso, nell'integrità della tolleranza
si, quella tolleranza forse cristiana, oppure vigliaccheria
scemenza, che ha deposto le armi e non sa più difendersi
è quel momento in cui hai paura ma pensi solo al candeggio migliore
a come rimuovere l'albume dalla camicia, il cattivo odore rimasto
perchè altro non sai fare se non inneggiare libertà d'espressione
e la mia libertà era perdonare, tornare a casa
trovare vestiti puliti da indossare e uscire ancora
per abbracciarli tutti anche se nessuno di loro sapeva stringermi

mentre passeggiavo per l'avenue Habib Bourguiba
contavo le strade, i palazzi, le piazze
ancora libere dal fondamentalismo
che mai avrebbero avuto senza quegli invasori snob,
poi giravo a destra sull'avenue De La Libertè
promemoria delle nostre colpe, pretesto infinito
che avanza, si espande a macchia d'olio
che terrorizza, ci dimentica tutti.