Ecat Mel
martedì 16 giugno 2009 16:20

s'arrocca un dio
alle retrovie d'un abbraccio
tra un mozzo di ruota e i raggi - un punto fisso -
avverso al vuoto - un'essenza
la trasparenza di uno zero - uncina l'occhio

ripercorre la conca d'alba - fino al medio
risale l' ombra la clausura il tratto
batte contro il viso
acuto
alla dinastia del tempo
- lo scarabeo -

segna la notte tutta intorno al cerchio
senza buco
stavolta - perso - nella contrazione di uno spazio
poi lo scranno di un evento
mi restituisce il palmo

comunione al divenire
metamorfosi organizzata in mentecuore


filodiseta--
mercoledì 17 giugno 2009 09:19



qui ci vedo una bellissima descrizione delle sarabeo, quasi volessi farne un disegno dettagliato con le parole. e l'abbraccio, i raggi, gli uncini, a rappresentare i cammini e la conservazione della capacità di divenire anche dopo la morte, di rinascere da se stessi. l'ascendere e il discendere del sole (alba, notte) simbolo di questo evolversi.

il Kheper, come una sorta di fenice. lo sacabeo stercoraro simbolo della rinascita, incapsula le uova in palline di sterco dalle quali escono i nuovi nati. come generati da se stessi.
al_qantar
mercoledì 17 giugno 2009 13:44
Con la simbologia che la fa da padrone, questo testo entra a gran merito tra i miei preferiti.
Credo per due motivi: primo per la mia grande passione per l’egittologia; secondo proprio
per lo schema seguito che, pregno di simboli, trasforma questo testo in una sorta di stele
dove si descrivono tratti di una circostanza più o meno oscura o, comunque, non ancora
del tutto chiarita.
Versi notturni, come a nascondere delle verità consuete da sempre nei complotti di corte,
infatti, a mio giudizio, cambiano i simboli, ma i significati rimangono più attuali che mai.
Kheper, Horo Kheper, per esteso, fu un faraone della IV dinastia ed il suo nome significa
“colui che si trasforma”. Il sovrano, pare che sia stato considerato un usurpatore, per cui
la sua condanna alla “Damnatio memoriae” (informazioni prese da internet).

Solo attraverso queste informazioni (ed altre naturalmente) si riesce a liberare il nocciolo
dal mallo, ma lo scarabeo, le ruote, i raggi, l’uncinato occhio di RA, mi portano inevitabilmente
a queste conclusioni.
Spero di non essermi sbagliato.

La poesia, al di là della tematica, mi ha affascinato cosi tanto coi suoi ritmi non sempre costanti
e con questo suo chiaroscuro, che quasi ho avuto l’impressione di leggerla alla luce di una torcia
nella parete interna della piramide di Kheper che tra l’altro pare che sia la più grandiosa piramide
ancor più di quella di Cheope.

Tutta la mia ammirazione Mirella

Sebastiano
Ecat Mel
mercoledì 17 giugno 2009 18:09
si, è un testo fortemente simbolico, ma non di difficile interpretazione e sono contenta che vi piaccia... grazie Daniela e Sebastiano... [SM=g7831]

sono affascinata dalla cultura dell'antico Egitto, trovo che sia ricca di spunti interessanti... a una ricerca, soprattutto spirituale. [SM=g27987] [SM=g28003]



Francesca Coppola
mercoledì 17 giugno 2009 21:17


beh.... quando si parla di Egitto, non posso non intervenire.
Ci lega dunque la stessa passione. [SM=g27987]
E' una bella lettura Mirella, davvero interessante.
Visione a pathos, piaciuta!

[SM=g7831]

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:38.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com