L'ebreo errante

ggiacinto
mercoledì 27 maggio 2015 18:29

-2015-

appena nato - non piansi
strattonato lì, su un tavolo
cento lumini e santi
credevano fossi morto
mi presero come un morto
poi mi arresi alla commedia
e tutti gridarono al miracolo

quando nacqui, avevo già sbagliato
il mio venire al mondo
la regola del pianto

come l'ebreo errante
mi diedero tre nomi
uno che non perdesse la stirpe
il secondo, del martire decollato
e il terzo - lo ha detto il mio vicino

l'errante era congenito, nel sangue
annusando ogni angolo di terra
sabbia di un deserto a me caro
ghiaccio che rovina le ginocchia

dovrei confessarlo
cacciato da ogni confine
e di questo vagare lungo il delirio
maledetto da ogni pietra e mare
non mi torna la morale
non ricordo che qualcuno abbia bussato
alla mia porta

appena nato - non piansi
sapevo già di non avere un posto
dove sdraiarmi rigido, e dormire

Carla.Aita
lunedì 27 luglio 2015 16:31

Mi piace il tuo stile ma..lammiseria se è difficile decifrarti in questa. Nella parte centrale: ma non voglio dritte che le poesie non devono essere suggerite.
Arriciao e grazie


carla



ggiacinto
martedì 28 luglio 2015 15:47
Ciao Carla, non sei la prima che trova difficoltà nelle strofe centrali, mi chiedo perchè, se dal punto di vista tecnico o dei contenuti. Se leggiamo alla lettera, è un pò la sorte dell'ebreo condannato a vagare dai deserti ai ghiacciai, senza meta. Sorte definita anche dai tre nomi, un padre non può essere padre se non sostiene il figlio, questa è la condanna per gli ebrei.

Anche io credo che non sia necessario spiegare il significato di una poesia, ma qualche eccezione la faccio.

Grazie per tutte le tue letture, un caro saluto, ciao!

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