L'ovile

e s’accavalla e frulla
volando la farfalla
la pecorella balla e conta i letti,
le spine degli umani
s’affranca come un francobollo
la capretta, lasciando il suo odore
sulla roccia

mentre la donzella col ferro a vapore
quante cose, quante cose
i numeri, le spighe, il cerca persone

e trasgredisce
vignette della vita
mentre stira
le camicie

e fossi Fred Astaire sulle rotaie
nel suo ballar leggero
ti troverebbe mobile, con i fogli in mano
e scendi nel cortile
senza fumare
allineato prendi
la posa alla ringhiera
che scellerata quindi
non riposa

sfiorando fioriture in primavera
la spalla alla ragazza
e fai l’equilibrista
il cieco sulla pista
sgombra

t’arrovelli

saltellano sui passi del Vangelo
le anime di cera
la fonte ispiratrice resta
il sonno nella gabbia

delle tue ciglia

mi hai fatto sbellicare all'inizio, verso la fine colgo qualche riferimento e il discorso sembra allargarsi...

ma tu guarda!!!



bella la gabbia delle ciglia...

ma è il titolo che mi fa dannare. continuo a cambiarlo.

comunque uhè, raga, io sono questa... non quella che avete sempre creduto di conoscere
con me tutti si sbellicano. mica per nulla faccio 28 anni di età mentale