Ogni volta è un abbandono -all'ultimo respiro-
di quelle piccole ore
che cullano vagiti primordiali,
il senso del verbo, respiri,
separati dai silenzi –tanti-
testimoni di distanze
al limitare di contatti impossibili
è il nome di un’estate interrotta,
di un brusio ovattato,
che si fa pece e lampada smorzata,
di un richiamo sordo, nitido, asfissiante
saranno rintocchi fra muri di pietra
ed erba e fieno e boschi e funghi,
il capanno dietro l’orto ed il camino
a segnare il ritmo del tuo tempo
avrai occhi sgranati sulle notti d’Agosto
e radici profonde
che si faranno cuore, voci, colline
e sentiero di stelle
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Mi intrigava quello "sgranare degli occhi" e l'ho preso in prestito, ma lo restituisco subito subito