La collina dei ciliegi

ili@de
martedì 22 luglio 2014 11:16

Ogni volta è un abbandono -all'ultimo respiro-
di quelle piccole ore
che cullano vagiti primordiali,
il senso del verbo, respiri,
separati dai silenzi –tanti-
testimoni di distanze
al limitare di contatti impossibili

è il nome di un’estate interrotta,
di un brusio ovattato,
che si fa pece e lampada smorzata,
di un richiamo sordo, nitido, asfissiante

saranno rintocchi fra muri di pietra
ed erba e fieno e boschi e funghi,
il capanno dietro l’orto ed il camino
a segnare il ritmo del tuo tempo

avrai occhi sgranati sulle notti d’Agosto
e radici profonde
che si faranno cuore, voci, colline
e sentiero di stelle

@



Mi intrigava quello "sgranare degli occhi" e l'ho preso in prestito, ma lo restituisco subito subito [SM=g8231]
fabella
martedì 22 luglio 2014 11:19
ecco, lo sapevo che non dovevo andare [SM=g2829702]
ili@de
martedì 22 luglio 2014 11:32
Per una volta ho voluto provare l'ebbrezza dell'utilizzo di tanti (ma tanti) aggettivi. Sono venuti fuori da soli e stavolta non li ho ricacciati indietro.
Magari proverò una versione senza, tanto per vedere cosa viene fuori.
fabella
martedì 22 luglio 2014 11:55
gli aggettivi sono le tue sensazioni estemporanee ed il modo di accompagnarle per uscire. così devono restare... come una sofferenza che ha la coda, che forse s'assottilia, ma persiste. resistente


non è che ci starai già lavorando [SM=g8231]
ili@de
martedì 22 luglio 2014 12:02
Ogni volta è un abbandono

orfani delle ore che innestano vagiti,
dell’autorità del verbo,
dei respiri separati da silenzi –tanti-
testimoni di distanze
sulle quali congiungere l’impossibile

è il nome di un’estate interrotta,
di un brusio che si fa pece o
lampada dalle balze di ghiaccio,
di un richiamo che è sfida e timore

saranno muri di pietra,
ed erba e fieno e boschi e funghi,
il capanno dietro l’orto ed il camino
a segnare il ritmo del tuo tempo

avrai negli occhi notti d’Agosto
e radici che si faranno cuore, voci, colline
e sentiero di stelle.


@

Sì fabella, ci stavo lavorando... Questa come la vedete?

P.S. Quei "vagiti primordiali" della prima versione fanno cagare (scusate il francesismo) ma ormai li ho messi e me ne assumo la responsabilità...
[SM=g8231]
Francesca Coppola
martedì 22 luglio 2014 12:45

preferisco la seconda versione, il senso di abbandono è tangibile ovunque. Piaciuta!
fabella
mercoledì 23 luglio 2014 14:40
hai fatto presto a restituire. assomigli a mia suocera [SM=g8231]

mi dispiace, perché quel verso lo avrei usato per un controcanto. pazienza [SM=g2829704]



radikal60
venerdì 1 agosto 2014 15:44
Rispetto alla prima versione non toccherei assolutamente nulla delle tre strofe finali che scorrono che è una meraviglia. Anch'io non amo per nulla l'aggettivazione, ma qui le sequenze di aggettivi, gli elenchi di oggetti, danno alla poesia un'estrema musicalità. Riguardo alla prima strofa condivido i dubbi su "primordiali", anche se nella seconda versione l'incipit mi manca ancora di qualcosa per essere al pari con il resto
Carla.Aita
martedì 19 agosto 2014 18:37
Bevuta tutta d'un soffio. La collina dei ciliegi mi ha tanto ricordato la canzone di Ivan Graziani e mi ha passato stupende sensazioni per non parlare dell'irrefrenabile rotolarmi addosso dei restanti versi. Wou...

Carla


rossopapavero
sabato 23 agosto 2014 15:38
Anche io per la seconda versione. E malgrado non ami gli aggettivi, sono così in armonia che questa volta li trovo quasi necessari. Grazie. [SM=g8231]
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