La danza della vita

simone1995
sabato 11 febbraio 2012 19:19
( ispirata alla poetica danza dei dervisci )

Nell'alta calura, d'Oriente, A
dalle vie, donne velate B
andavano alla piazza,gremita C
di un popolo gaudente. A

Stavan i dervisci, danzanti, D
con le loro vesti alate, B
a disegnar cerchi di vita, C
e i despoti tremanti D

vedevan le donne ballare, E
prive di veli, scatenate B
come farfalla che s'avvita C
per tentare di volare. E
fabella
lunedì 13 febbraio 2012 10:08
Trovo apprezzabile lo studio che proponi. Tuttavia, mentre è chiarissima la struttura della rime, non mi trovo con la metrica. Vedo settenari, ottonari, novenari, decasillabi, che sembrano messi senza uno schema, come invece hai deguito con le rime.

Mi vuoi dire tu, come ti sei mosso su questo? E raccontami perché sei interessato a questo tipo di scrittura.
simone1995
lunedì 13 febbraio 2012 14:29
A livello metrico avevo pensato a una quartina di due novenari, un decasillabo e un'ottonario ( stupidamente ho troncato disegnare al v.7 e ho eliso il si al v.11) perchè pensavo che una metrica più variabile potesse rappresentare il mutamento della situazione, sia nella poesia, sia nel reale tema delle donne in Oriente, evidenziando l'aggregazione di questo "popolo gaudente", la reazione che ciò provoca ( un anelito di nuova vita evocato dalla danza e parallelamente il terrore che la gioia provoca nei vertici ) e nell'ultima quartina volevo calcare a livello metrico la fatica per ottenere la libertà e la libertà stessa.

Sicuramente mi sono interessato anche a una poetica più sociale, più critica e a temi più pubblici ( e atroci ) perchè sarebbe quantomeno una vergogna evitarli, perchè non credo che le liriche debbano essere unicamente dedicate a temi introspettivi o amorosi ma anzi che vadano usate soprattutto con un valore sociale ( visto che i media si interessano solo ai temi che gradiscono ).
[SM=g27988]

Sono l'unico a pensarla così???
fabella
martedì 14 febbraio 2012 09:48
Re:
simone1995, 13/02/2012 14.29:

A livello metrico avevo pensato a una quartina di due novenari, un decasillabo e un'ottonario ( stupidamente ho troncato disegnare al v.7 e ho eliso il si al v.11)perchè pensavo che una metrica più variabile potesse rappresentare il mutamento della situazione, sia nella poesia, sia nel reale tema delle donne in Oriente, evidenziando l'aggregazione di questo "popolo gaudente", la reazione che ciò provoca ( un anelito di nuova vita evocato dalla danza e parallelamente il terrore che la gioia provoca nei vertici )


L'intenzione di seguire uno schema metrico non canonico lo avevo intuito. Secondo me la tua tecnica va un po' consolidata se vuoi usare questo tipo di scrittura. Se tu lo desideri la possiamo rivedere insieme, passo a passo.

Sul fatto che la metrica più variabile possa rafforzare o meno i significati, la vedrei soprattutto riguardo al ritmo. un verso corto può avere dare ritmo battente, uno lungo, ritmo solenne. Ma troppa varietà a parer mio dà solo senso di disordine. per esempio tu hai scelto di usare le quartine con quella particolare alternanza di rime, allora... un ipotetico ordine da seguire sarebbe stato quello di attribuire un numero di versi ad ogni lettera delle rime. per essere più chiara: tutti i versi A,D,E farli corrispondere a novenari, B a ottonari, C a decasillabi (o scambiarli, in questo senso a tuo piacimento). Soprattutto, per accompagnare il significato, giocare su questi schemi, non all'interno del verso con troncature od elisioni. Quelle vanno applicate sono quando è strettamente necessario e sono solo soluzioni tecniche per starci con conteggio delle sillabe (a meno che tu non ne faccia una questione di suono portante, ma qui si aprirebbe un discorso più vasto).
dicevo quindi di ridurre ai minimi termini elisioni o parole tronche, di applicare gli schemi metrici ad un linguaggio fluido, attuale. è difficile, lo so, ancor più se scegli di usare le rime, ma è uno sforzo da fare affinché l'insieme risulti leggero, non aggravato da giri di parole o aggettivi ridondanti, messi lì solo per arrivare in fondo al verso con il conteggio esatto delle sillabe.

ahahha [SM=g27987] ti ho buttato lì un sacco di parole, ma ripeto, se ti va di fare un'analisi particolareggiata sul testo, devi solo dirmelo. ché sulla pratica tutto è sempre più chiaro.

fabella
martedì 14 febbraio 2012 10:01
Re:
simone1995, 13/02/2012 14.29:



Sicuramente mi sono interessato anche a una poetica più sociale, più critica e a temi più pubblici ( e atroci ) perchè sarebbe quantomeno una vergogna evitarli, perchè non credo che le liriche debbano essere unicamente dedicate a temi introspettivi o amorosi ma anzi che vadano usate soprattutto con un valore sociale ( visto che i media si interessano solo ai temi che gradiscono ).
[SM=g27988]

Sono l'unico a pensarla così???




Non sei l'unico a pensarla così, Simone. Però il poeta non è un giornalista e si può permettere di avere fasi ben distinte delle proprie poetiche. Uno stile unico per abbracciare argomenti diversi, o sentirsi più libero di affrontare temi sociali o do protesta in stili diversi da quello normalmente usato per la poesia lirica.

io per esempio mi sento liricamente a mio agio, scrivendo in verso libero. mentre dovessi scegliere uno stile per la satira o per la stessa poesia politica, sceglierei le rime. dove vorrei esprimere una rabbia particolare, userei preferibilmente una cadenza rap, una metrica alternata da versi lunghi brevi e brevissimi, nelle ripetizioni secche. insomma uno stile per ogni "coraggio" [SM=g27988]


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