sembra appesa a un filo
armonico, teso nella pece
un lasso al fango
tra ponti infermi
dove occhi ingabbiati
cercano orme d’aria
trovando ammucchi
alcune foglie morte
di confine
è un attimo il silenzio
che si fa madre severa
scuote radici
inabissa mari di rabbia
due schiaffi al viso
lasciano un segno al domani
dei figli
l'arrogo srotola macigni
semenza nera che divora
cemento grigio sulla pelle
anche il cielo se ne accorge
smania sottovoce
sogni e virgole nell’acqua
scavano intorno alle parole
un pozzo d'ombre
che rigira al buio
il sole con un dito
Ok, anche se l'ho completamente stravolta, forse ti servirà a trovare uno spunto...