La poesia è donna
Solo uno scorcio del rapporto che ho con la mia donna preferita al mondo, o forse quella che odio di più.
La poesia è donna
piango all’idea di non averla toccata mai.
Mi mangia cruda il rimpianto di averle negato l’anima, pur di non rimanere vuota.
L’avessi sfiorata per sbaglio in un tram, avrei conservato ingenua per lei un mazzo di spine.
Mi sarei presentata con un anello nuziale stretto alla gola, consegnandomi volontaria.
Ma, ora che la riconosco e che la temo
Scappo e mi nascondo
Fino a quando lei si avvicina
assetata della mia paura.
La sento intima invasiva cruenta
insinuarsi nel vuoto dei miei pensieri
Distesa sul mio letto
Gelo al pensiero dei pensieri abortiti sulle lenzuola bianche
Circondata da chiazze di sangue scuro
Urlo fissando negli occhi le figlie decedute in prosa
Morte suicide nel mio corpo
Sepolte dalle mie mani sotto agli organi
Pur di non dover esserne creatrice
La incolpo per avermele incise dentro
Mi incolpo per essermi fatta macchiare
Ma spio ugualmente gelosa i suoi tratti tra le rime degli altri
Mi sento tradita al suono del suo passo felino sui loro corpi
Invidio le notti che sprecano per renderla propria
Mentre lei sbrana gli amori, cattiva lacera un braccio
Plasmando i cuori in cumuli bugiardi di passione
Io la sedo nel mio spazio
prima che lei faccia suo tutto quello che sento
Che nego che mento che cerco
Ma la poesia è donna ed io le appartengo
E a lei dedico tutto quello che amo
Che ottengo che tocco che bramo