La via di terra

fabella
domenica 21 aprile 2013 11:38

sei lì appena incisa nel fumo ordinato di un ricordo
con tutte le mani che ti lasci attraversare lungo la valle dei cuscini
a ridosso della sera subito vicina subito luna
(al_qantar)



*
La via di terra slega le campane
lei sta sul secchio per lavarsi gli occhi

Ha Dio nelle pupille, quando mette gli occhiali dei suoi morti

Lei con le trecce, distingue i colori
coglie i fiori come camminasse sul vento
attorno a dune cerchiate di graticci
tocca il cipresso più alto

Passa di là, con il vestito bianco, luna come bandiera
ché si veda dal mare

al_qantar
domenica 21 aprile 2013 12:48
Re:


La via di terra slega le campane
lei sta sul secchio per lavarsi gli occhi

----------(il sole spiega all'erba la bellezza
-----------e l'importanza del viola)

Ha Dio nelle pupille, quando mette gli occhiali dei suoi morti
----------(giri di parole e cornamuse)

Lei con le trecce, distingue i colori
coglie i fiori come camminasse sul vento
----------(cantico del tutto che passa e dell'eterno che rimane)
attorno a dune cerchiate di graticci
tocca il cipresso più alto
----------(come nuvola che tocca il paradiso)

Passa di là, con il vestito bianco, luna come bandiera
ché si veda dal mare
----------(dopo tanti se)




fabella
giovedì 25 aprile 2013 07:56

La bellezza tocca la carne, cruda come terra
nella scomposizione dei cantici. Quello
della primavera mi sta segnando le colpe
come buchi. Mi buca gli orti di piccole sepolture
il cane, il gatto, la tartaruga ch'eppure
doveva avere lunga vita. Lunga vita a carico del sole
E io divento girasole, col sud che si fa cerchio
Fingo, per l’esattezza, il numero perfetto
Soffio di cornamusa. Cantico del tutto, cantico
d’eterno, del pane, della rosa. Cantico
come nuvola che tocca il paradiso
nella mano della sposa









lastrega.65
giovedì 25 aprile 2013 11:40
se dici bellezza come scolpita ai seni
di un sorriso mite che ci gira intorno
sei passiflora a invadere i cancelli
lasciando spazio solo alle carezze
al nome di una sera che riempie

non c'è deserto dove l'acqua si ricorre
che io non abbia scritto sui tuoi giorni
sguardo di palma e trecce sciolte in fretta
per fingersi di sabbia sotto un cielo
immaginato a dormirci accanto, per una volta
senza più parole, per questa volta
con le mani nude



fabella
sabato 27 aprile 2013 13:41

mi fa bisogno un ramo d’acqua che passi tra
la casa e il cuore, per rendermi isola, annegabile
seduta per poco sulla navigazione di un solco
legando all’aria la lettura del vangelo come intonasse
-una diffusione da cui zolla propaga zolla, odore
immediato sulla pelle di una polvere che possedeva
mio padre, un susseguirsi di semi puntati verso
il centro della terra, a rinascere come parabole


lastrega.65
martedì 30 aprile 2013 12:21
come dai tetti nel gioco di grondaie
raccolgo acqua e ogni goccia ha un viso
di chi se n'è andato, di quelli che andranno
di me che resto, isola al centro, zolla
tra le zolle. Rinascere, prato di gramigna
tappeto d'erba resistente al calpestìo
fiore di malva a lenire il passo
fabella
lunedì 6 maggio 2013 00:47

al tatto della casa preme la pietra, l’odore
il taglio del prato, la ragnatela che mi lega
al bosco come una radice. mastico l’erba
mentre si fa buccia di un cimitero di animali

cresce possente al collo, un amore selvatico
che marchia il territorio al mio paradiso
lastrega.65
lunedì 6 maggio 2013 11:14
vedi come la pietra prende vita
se diamo un nome alla porta aperta
e un respiro al luogo delle cose

come se l'immobilità fosse da tralasciare
nel tuo paradiso dalle finestre bianche
colore che si adatta bene all'invisibile
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