La visita del papa Francesco a Edith Bruck

Angela Castorelli
00sabato 27 febbraio 2021 16:53
Sette giorni fa, lo scorso sabato 20 febbraio, papa Francesco ha fatto visita a Edith Bruck, poetessa, sopravvissuta alla Shoah, nella sua casa di Roma. Lo ha comunicato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni: "La conversazione con il Papa ha ripercorso quei momenti di luce di cui è stata costellata l'esperienza dell'inferno dei lager e ha evocato i timori e le speranze per il tempo che viviamo, sottolineando il valore della memoria e il ruolo degli anziani nel coltivarla e tramandarla ai più giovani". Dopo circa due ore, Francesco e Bruck si sono salutati e il Papa ha fatto ritorno in Vaticano. La notizia della visita del papa Francesco alla grande poetessa di origine ungherese, sopravvissuta ai campi sterminio nazisti, ha suscitato profonda emozione, come ha commentato anche il monaco benedettino MichaelDavide Semeraro, in un bell'articolo pubblicato sul settimanale "Credere" di questa settimana. A quanto pare-come riferisce padre Semeraro nel suo bel commento-papa Francesco ha letto l'intervista pubblicata su "L'Osservatore Romano" nel Giorno della Memoria e ha deciso di andare a trovare Edith Bruck di persona. Il gesto di papa Francesco rivela la profonda attenzione del suo cuore a ciò che avviene attorno alla sua persona senza lasciarsi tentare dall'idea di essere il centro del mondo. Abitualmente sono gli altri che sono ammessi da un rigoroso protocollo a fargli visita. In questo caso si potrebbe dire che sia stato il Papa a chiedere udienza e a fare il percorso necessario per visitare e farsi accogliere. Certo, una nota di normalità in una vita, come quella del Papa, abitualmente straordinaria, ma anche un segno per tutti: bisogna fare di persona i gesti di attenzione e di onore che il cuore ci ispira. Dopo un anno in cui abbiamo dovuto imparare il distanziamento sociale come forma di rispetto reciproco, speriamo presto di ricominciare la riabilitazione all'incontro nel segno della "visitazione" reciproca. Andare di persona da qualcuno significa riconoscere l'onore che si deve alla sua vita e alla sua presenza e un modo per riposizionarsi, al di là del ruolo che si ricopre per il bene comune, nella circolarità di una relazione in cui siamo radicalmente e perennemente "fratelli e sorelle in umanità", da persona a persona.
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