Lo chiamavano il guardiano delle tombe

Francesca Coppola
domenica 10 marzo 2013 21:37


basta al titolo la libertà
di dire quello che si legge
ma non si vede

uno stile corsivo, in modo coinciso
persino retorico con numeri romani

poi ci sono i respiri da contare
nelle zone morte, area e limite
bandire qualche ruga per rendere
il ritratto-trono meno vissuto

forse a saperlo è solo lui,
il guardiano delle tombe
ora che è cielo e spade
ora che gli manca un tempo


fabella
martedì 19 marzo 2013 10:10
Re:
Francesca Coppola, 10/03/2013 21:37:



basta al titolo la libertà
di dire quello che si legge
ma non si vede

uno stile corsivo, in modo coinciso
persino retorico con numeri romani

poi ci sono i respiri da contare
nelle zone morte, area e limite
bandire qualche ruga per rendere
il ritratto-trono meno vissuto

forse a saperlo è solo lui,
il guardiano delle tombe
ora che è cielo e spade
ora che gli manca un tempo





entro in questa tua tra la staticità di una fotografia ritoccata, dello stile corsivo, dei numeri romani e la dinamicità delle espressioni colloquiali evidenziate. come se in esse, il marmo che non è nominato ma si sente), respirasse.


[SM=g2834784]


Francesca Coppola
lunedì 22 aprile 2013 21:56
oh! mi era sfuggito il tuo commento... ti ringrazio Dani, tengo particolarmente a questo testo in quanto apre l'ultima raccolta di testi.

ti abbraccio

lastrega.65
martedì 23 aprile 2013 17:32
un testo potente,duro di marmo che, come dice fabella, è un protagonista "respirante". Un testo che definirei di classe,
Francesca Coppola
venerdì 26 aprile 2013 15:08
grazie Anna! [SM=g2829702]
quel "di classe" alza un po' la mia cresta... hihihi
al_qantar
venerdì 26 aprile 2013 15:44
Re:
Francesca Coppola, 10/03/2013 21:37:



basta al titolo la libertà
di dire quello che si legge
ma non si vede

uno stile corsivo, in modo coinciso
persino retorico con numeri romani

poi ci sono i respiri da contare
nelle zone morte, area e limite
bandire qualche ruga per rendere
il ritratto-trono meno vissuto

forse a saperlo è solo lui,
il guardiano delle tombe
ora che è cielo e spade
ora che gli manca un tempo






ricorriamo alle maree quando è tempo di discorsi
che inzuppano riviere di disagio
fuori dai campi dell’oltrequotidiano

ci sono i ritmi incisi sulla fronte elusi dal ritocco
e le distanze percepite piano come disturbassero
la retorica dei fiori

porto del brandy per recuperare il tempo spento
che sappia il cielo dell’invaso scoperchiato
-timore, assistere e svernare- da un popolo di rane
senza governo e senza sodalizio

lui sa di certo quel guardiano astuto
lui sa del coro mai accennato e del contratto
e sa l’ora precisa del risveglio giusto per mettere
su su la caffettiera







Francesca Coppola
mercoledì 1 maggio 2013 22:03

il guardiano .così distante. eppur vicino
mostra il bicchiere per il tuo brandy
avesse il quadro - operazione in pronto
chiamerebbe conversazioni nobili alle platee

e invece
resta al sasso, già conosci la sua abilità all'ovvio
Volevo il sadismo come fuga dalle maree - paletti
e non toccarmi di fiori alle gengive

resto nella contusione d'esistere, la foga del taglio
in mezzo

al_qantar
mercoledì 1 maggio 2013 22:27


ah retaggio continuatore di pulsare estraneo
decimazione di presente che sperpera minuti
certo, avesse il quadro innalzerebbe gemiti
a canti vesuviani quasi iberici
ma stimola l’immagine il guardiano statico
lasciando segni ad ogni giravolta

al brindisi s’aggiunge un battere di mani
per celebrare il taglio




Francesca Coppola
mercoledì 1 maggio 2013 22:48
la sua casa, la sua forza di guardiano
in guardare ogni fossa, che sia miraggio
che sia partenza, lui afferra il tuo applauso

raffredda la sfida, non dirlo a nessuno
marcisce immortale, senatore di ogni inchino
al_qantar
venerdì 3 maggio 2013 19:23

riponi gli attrezzi nello scantinato
per oggi niente fosse o preferisci buche
niente guardianare
nulla sfugge al congelatore
i nitrati resuscitano le clivie
che - lo sai bene – non sanno contare



Francesca Coppola
venerdì 3 maggio 2013 21:41
si lasceranno i numeri nei giardini di chi mente
Ossa.terriccio, fuscello castigato e il male degli alberi
Chi era cipresso? se non un dio a mani giunte?
respiravo tumuli cimelio_ grazie di Sant'Anna
al_qantar
sabato 4 maggio 2013 01:15


si muove invisibile un controcanto
nel fondo immorale di tutte le preghiere
e la distanza tra giusto e circostanza
s’accorcia toccando il pavimento
è lì che deve stare attento
il tanto guardiano del silenzio
prima che il cipresso si apra a corollario
e diventi nuovo simbolo o, se vuoi,
cancello aperto




Francesca Coppola
domenica 5 maggio 2013 23:31

il guardiano accoglie il vento fra gli alberi
sa di Cristopher il suo nome, fa la conta
dei numeri romani, dama sfida compassione

al_qantar
domenica 5 maggio 2013 23:37


Sai Fra, ritengo questo duetto, tra i nostri, molto interessante. Ha il suono del "Cavaliere crociato" ed il peso di "Giraluna" (forse al contrario)

Bello davvero!

Soddisfatto in pieno. Grazie Francesca Coppola poeta!



S


Francesca Coppola
lunedì 6 maggio 2013 22:49
sì, decisamente d'accordo e piacevolmente stupita dal fatto che le buone abitudini non si perdono mai!
e francescacoppolapoeta lasciamolo stare va...

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