Lungo il fiume

macrino
lunedì 18 marzo 2019 21:39
Vado solo lungo la proda riarsa,
lo strale obliquo di un rondone:
un istante, età perduta riapparsa
nella memoria che si frappone

tra il vuoto e il cuore che dispera.
Sui carici plana una garzetta,
oscillano i giunchi nella raggiera
scialba. Io sono la terra che aspetta

invano la pioggia, l’attesa che strema.
Ricordo quando dalle verdi sponde
guardavo l’estuario che si rastrema
nel mare, i cigni scivolare sulle onde

e le stelle sparse, polline d’oro.
Rivedo, riflessi iridescenti, i germani
fra i meandri, il canneto canoro
di canapini… Ahi, giorni lontani!

Oggi inaridita è la sorgente
del cielo e, mentre vado mesto,
penso a questa vita che è niente,
noia e pena, solo questo, solo questo.

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