Carla.Aita, 05/01/2020 00.01:
Questo è un brano che mi ha fatto piacere leggere ma che subito ho notato com'è facile appesantirne uno abusando l'uso di aggettivi. Tu mi sembri una persona da un vasto vocabolario personale e non hai bisogno di appoggiarti a così tanti aggettivi qualificativi
(...)
Sono un po' tanti ed il lettore lo percepisce.
Io ho trovato una buona alternativa: usare le similitudini. Giri di parole per descrivere un'azione o l'aspetto di un oggetto, per esempio... il terzo verso "laghi scintillanti" potrebbe diventare "come lago di luce colpito di qui al mare". Fatto ciò si possono concedere qua e là alcune eccezioni, mica che si deve vivere senza aggettivi neeeeee 😉.
Carla
Però, qui trasformare in altre parole quell'immagine manderebbe a far benedire la struttura del testo basato sulla rima alternata.
A me ricorda certa poesia scolastica otto-novecentesca, che può piacere o meno, come un abito classico può piacere o meno ma è dignitoso nel suo stile avulso dalle mode e pertanto non passa mai di moda.
Poi ci sono "fior di critici" per i quali pare che la poesia dopo quella del novecento sia morta e sepolta.
Opinione loro, tra l'altro molto discutibile.
Ma volendo restare nell'ambito menzionato, gli aggettivi hanno una loro valenza e collocazione come le sfumature o i contrasti di colore sulla tela per un pittore. Io stessa mi rendo conto che, quando scrivo in metrica, l'aggettivo ammorbidisce e arrotonda la musicalità del verso, e senza quel preciso aggettivo qualcosa non quadra.
Ma giustamente come dici tu, non bisogna abusarne.
Qui, il verso:
"
Così lungo questo viaggio breve"
forma un bellissimo ossimoro che non credo sia stato introdotto semplicemente per pregiarsi di una figura retorica, ma invita il lettore a districarsi tra le due opposte qualificazioni per aderire allo stato d'animo che li ha dettati, per esempio lo spazio può essere breve mentre è lungo il tempo di osservazione, per cui lo spazio diventa scenario minuziosamente dettagliato nel quale sostare a lungo e nel quale immergersi per stemperare, alleggerire il proprio stato d'animo, farlo fluttuare anche se poi il paesaggio decadente e lunare non compie il "miracolo" in quanto fa da contrappunto la solitudine, lo smarrimento, il silenzio e la mancanza, e infatti
"
gela il silenzio nei dirupi".
Come ho detto altre volte, c'è meno speranza e più pessimismo che in Leopardi. Allora quale funzione può avere la poesia? Forse un aggancio un po' foscoliano con il trapasso, con l'aldilà, dove perdurano gli affetti terreni?
Il ritmo dei versi non è sempre quello più amabile al mio orecchio, ma di ciò si è già detto riguardo ad altre poesie in cui
Macrino esprime le sue diverse opzioni e il suo gusto; devo dire però che talvolta lo stile discorsivo e descrittivo suscita profonda partecipazione e ricche suggestioni, come, appunto, in questo caso; per cui dico che mi è piaciuta.
Ciao.