'Skorpio'
domenica 1 novembre 2009 20:58
Come si spacca il contorno
ai margini della vista, il ricordo
intessuto tra le pieghe delle labbra
come un ago sottopelle ad ogni
tuo voltarti sopra, sotto
e dentro il tramonto che si spegne
cavalcata nelle gerbere
da lontano volge le spalle
sfumato su questa scenografia
bilico sul primo soffio di novembre
ce sont les feuilles mortes

un cedro nero, il cielo viola
un morto sotto al cedro, il cielo nero,
il cielo e il cedro sopra me

era il pensarti prima dell'averti,
la libreria vuota, i seni pieni
annusare il tuo nome tra gli sterpi
prima dell'inverno che avvelena con il fumo
i desideri erosi nelle liti
ed ogni abbraccio al quale ti prestavi
già sapendo più saresti stata mia,
una casa calda, anelli, passione, mancava
un tassello nel mosaico

io Polo del tuo cuore.
Ecat Mel
lunedì 2 novembre 2009 09:05

sono sempre incantata dalla tua scrittura, ma questa poesia... la trovo meravigliosa, forse per quel pizzico di compiaciuta nostalgia... rincorriamo tutto ciò che non possiamo avere, prima di averlo avuto e dopo, soprattutto dopo... forse, è per quella sottile vena che ci pulsa dentro, fastidiosa, insistente, anelito a qualcosa di cui non comprendiamo il senso, che continuiamo a ricercare fuori, nel volto amato, da amare, il nostro desiderio di completezza... e per lo stesso motivo ce ne allontaniamo... chissà...

un abbraccio

mire
al_qantar
martedì 3 novembre 2009 15:12
Come si spacca il contorno
ai margini della vista, il ricordo
intessuto tra le pieghe delle labbra
come un ago sottopelle ad ogni
tuo voltarti sopra, sotto
e dentro il tramonto che si spegne
cavalcata nelle gerbere
da lontano volge le spalle
sfumato su questa scenografia
bilico sul primo soffio di novembre
ce sont les feuilles mortes

un cedro nero, il cielo viola
un morto sotto al cedro, il cielo nero,
il cielo e il cedro sopra me

era il pensarti prima dell'averti,
la libreria vuota, i seni pieni
annusare il tuo nome tra gli sterpi
prima dell'inverno che avvelena con il fumo
i desideri erosi nelle liti
ed ogni abbraccio al quale ti prestavi
già sapendo più saresti stata mia,
una casa calda, anelli, passione, mancava
un tassello nel mosaico

io Polo del tuo cuore.



Supponendo "nucleo" la strofa centrale

"un cedro nero, il cielo viola
un morto sotto al cedro, il cielo nero,
il cielo e il cedro sopra me"


ed identificandolo nel presente e nella reazione conseguente, abbiamo due tempi che si muovono in uno spazio ora statico,
ora dinamico, dove si racconta una azione contrastata e contrassegnata da vuoti. Porre in posizione centrale questa strofa
esalta i continui flashback lasciando viaggiare la mente nel ricordo che, a sua volta, da enorme spessore al nucleo.

Trovo geniale il riprendere alcuni attimi a distanza di...parole tra l'azione e la reazione:

...ad ogni
tuo voltarti sopra, sotto
e dentro il tramonto che si spegne...


e poi:

...annusare il tuo nome tra gli sterpi
prima dell'inverno che avvelena con il fumo
i desideri erosi nelle liti...


ecco, la sensazione che mi arriva ha la stessa chiave, lo stesso odore di quel qualcosa che sappiamo sta per finire o che
non durerà più di tanto per via delle cadute nei silenzi ma anche in piccoli squallori che non dovrebbero far parte di
quella vicenda ma, per quanto piccoli, devastano la "...casa calda, anelli, passione...". Ed è questo verso che mi fa
immaginare a quanto tenevi che questa storia non finisse così.

Ma l'ultimo verso sembrerebbe chiarire molte cose:

"io Polo del tuo cuore."

quindi io, direzione, io punto di riferimento che non aveva riferimento e non ne poteva dare!

E' una di quelle storie che cominciano in un modo e poi prendono direzioni diverse dalle nostre aspettative e non riusciamo
più a gestire se non assorbendo il maggior dolore possibile.


Questa la ritengo una poesia che non va dimenticata.


Ti abbraccio Mattia con sempre più ammirazione.


Sebastiano
'Skorpio'
giovedì 5 novembre 2009 22:46
Solo per ringraziarvi delle vostre letture e segnalare che il verso in francese è errato: sarebbe più corretto per quello che volevo dire "il y a des feuilles mortes", ma l'ho scritta sull'onda del sentimento, direttamente come post, e pubblicata subito senza limare più di tanto e qualcosina da aggiustare qua e là c'è ancora.

Riguardo ai contenuti non ho molto d'aggiungere, diciamo che il mio pessimismo non è solo congenito ma subisce l'influenza di alcune concause- per così dire- ma una cosa mi sento di dire: il ricordo in noi non ci lascerà finchè vivremo, e ci sono persone che nemmeno una vita basterà a scordare...(per fortuna o purtroppo non lo so, credo sia più corretto il secondo)

Un grosso abbraccio agli amici Mirella e Sebastiano!
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