Occhio di faro

sole-del-mattino
mercoledì 16 maggio 2007 00:42
Dall'occhio del faro
stroboscopiche sembianze
proiettano
perdute chiome nella notte.
Aperta ad albero, tu sei mela.

Non spremerò ancora succo
per unire angoli sull’ombra luce,
lasciamoci bere dal tempo
dietro gocce di specchio,
solo un pezzo alla volta

sei già mia.









Modificato da sole-del-mattino 16/05/2007 0.46
filodiseta
giovedì 17 maggio 2007 08:16
Mi piace, Mauri... davvero bravo
Tutta intarsiata di erotismo sottile, che voglio definire a tratti "struggente".
Lo sento culminare in questi versi:


Non spremerò ancora succo
per unire angoli sull’ombraluce
lasciamoci bere dal tempo
dietro gocce di specchio



Provo a proporti l'unione dei termini ombra e luce. Ho visto spesso in poesia, creare parole composte da ossimori od altro, e prendo atto della loro efficacia. Vedi un po' se piace anche a te [SM=g27988]

Qualche perplessità sul termine stroboscopiche, che per il suo significato specifico, c'azzecca, non c'è che dire. Ha solo un suono roboante che disturba un po' l'intimità del contesto, ma potrebbe essere un contrasto voluto. Credo però che il termine non sia stato scelto solo per indicare la funzione di osservazione, esplorazione, ma per la sua forma e struttura meccanica [SM=g27990]

Pensando a questo, mi rendo conto che non hai avuto alternative [SM=g27987]


Mo', spiegami un po' tu?




daniela
pierrot--
giovedì 17 maggio 2007 14:23
Anche io mi associo, mi è piaciuta ma mi sono confusa nella fredda complessità di quel

stroboscopiche sembianze

forse un troppo per un momento intenso, deciso ma sempre romantico.
Un sorriso
Modificato da pierrot-- 17/05/2007 14.25
cristinakhay
giovedì 17 maggio 2007 22:34
Molto, molto bella. Stroboscopiche mi dà un senso di prospettiva....una visione allungata...
Piaciuta. [SM=g27987] [SM=g28002]
apassoleggero
sabato 19 maggio 2007 21:47
per me
la poesia è qui, inizia da qui:


Aperta ad albero, tu sei mela.

Non spremerò ancora succo
per unire angoli sull’ombra luce,
lasciamoci bere dal tempo
dietro gocce di specchio,
solo un pezzo alla volta

sei già mia.


...ed è bellissima...


La prima parte, e tu scusami tanto Mauri, non aggiunge nulla ma appesantisce e stroboscopiche proprio non mi piace oltre al fatto che non riesco ad immaginare il significato di quella frase [SM=g27995] ... davvero, non capisco...

Anna [SM=g27985]


Modificato da apassoleggero 19/05/2007 21.52
sole-del-mattino
mercoledì 30 maggio 2007 00:52
Ho scritto questa poesia leggendo un sogno introspettivo dentro me.
Perchè nei sogni spesso(almeno quelli che si ricordono) non rendono palesi e riconoscibili i volti ,a volte solo sembianze che si intravedono in piccoli flash di tempo.
Non so se il termine stroboscopiche sia corretto,serviva un vocabolo che esprimeva una visualizzazione non reale,come piccoli flash su parti del corpo...le luci stroboscopiche che conosco bene per aver frequentato a suo tempo le discoteche nel periodo del "saturday nigth fever" mi sono rimaste impresse,forse perchè nel momento che il bianco diventava abbagliante tutto quel timore della vita reale scompariva(anche la timidezza)

In realtà in questo testo non c'è nulla da interpretare ma nella mia mente ho pensato di stabilire un legame nello stesso momento che legavo i versi fra loro

"Dall'occhio del faro
stroboscopiche sembianze
proiettano
perdute chiome nella notte.
Aperta ad albero, tu sei mela."

Il faro è il mezzo che mi serviva per ricostruire l'intermittenza del fascio di luce rotatorio(quello che però non va d'accordo è la differenza di frequenza fra il tempo di rotazione del faro e l'intermittenza della luce stroboscopica...

Quindi ho legato il termine stroboscopiche alle sembianze come riflessione a specchio del faro,in parole povere le sembianze s'illuminano in modo intermittente solo quando il faro ha compiuto un giro...quindi l'ambiente per il tempo restante è buio.

M'interessa sapere se esistono altri termini che mi sono sfuggiti.

La luce del faro in quell'istante proietta i capelli di una donna attraente come un frutto pronto per essere colto"mela"sogno proibito del peccato originale...aperta ad albero...donna-mela-albero.Ad esser sincero no so perchè ho voluto forzatamente dare questo significato alla parola "mela"

"Non spremerò ancora succo
per unire angoli sull’ombra luce,
lasciamoci bere dal tempo
dietro gocce di specchio,
solo un pezzo alla volta

sei già mia."

Questa seconda parte invece è abbastanza semplice...

"In quel sogno ci lasciamo andare,perchè nella realtà non c'è nessuan possibilità di viverci,senza aver paura di dove ci condurrà, anche se sono solo sembianze che potremo gustare a piccole parti,la ragione si arrende al sogno ed accetta quel peccato."

Chiedo scusa per il gran ritardo con cui sto dando alcune risposte,credetemi non è maleducazione,non sto pubblicando nemmeno in altri siti,purtropppo ancora per altri due mesi ho dei problemi,spero di poter recuperare un pochino alla volta.
Ho apprezzato le nozioni acquisite dagli insegnamenti di Leonardo e Daniela,di Anna,di Lucia,di Cristina,e di altri autori,adesso quando leggo dei testi si rende subito palese ai miei occhi la poesia scritta con banalità,che potrà essere anche bella,ma non esprime in modo efficace il suo significato.

Per questo ho solo una parola per tutti voi

GRAZIE

Mauri




filodiseta
mercoledì 30 maggio 2007 09:04
Mauri, grazie per
avere svelato ogni particolare, dall'idea, alla metamorfosi, alle scelte, per scrivere questa poesia.

Io avevo espresso una perplessità sul termine "stroboscopiche", perché mi sembrava roboante nel contesto. Ma se tu lo associ all'effetto discoteca ed è l'immagine del flash, che localizza la luce ed è sorpresa, perché rivela a piccole dosi… mi va benissimo



Scritto da: sole-del-mattino 30/05/2007 0.52

Chiedo scusa per il gran ritardo con cui sto dando alcune risposte,credetemi non è maleducazione,non sto pubblicando nemmeno in altri siti, purtroppo ancora per altri due mesi ho dei problemi,spero di poter recuperare un pochino alla volta.
Ho apprezzato le nozioni acquisite dagli insegnamenti di Leonardo e Daniela,di Anna,di Lucia,di Cristina,e di altri autori,adesso quando leggo dei testi si rende subito palese ai miei occhi la poesia scritta con banalità,che potrà essere anche bella,ma non esprime in modo efficace il suo significato.

Per questo ho solo una parola per tutti voi

GRAZIE

Mauri




Non devi assolutamente preoccuparti, Mauri: è un piacerissimo anche solo leggere un tuo intervento ogni tanto o assistere al tuo passaggio, per dare notizie, per un saluto.

Anche noi andiamo un po’ a rilento, ultimamente, alternando periodi di maggiore o minore attività senza dovere fare le cose di fretta, avendo come obbiettivo, quello di creare piano, piano un gruppo affiatato in cui, la presenza dell’uno, possa sopperire all’assenza dell’altro. Ma siamo ancora in pochi: chissà mai che non mi decida a fare nuovi inviti [SM=g27995] .

Riguardo ai tuoi apprezzamenti, sono davvero felice e posso dirti che la stessa cosa è successa a me, da quando ho iniziato a frequentare siti di poesia… chiamiamoli di livello superiore. Rileggendo le mie poesie precedenti, credimi: altroché... rendersi subito palese la banalità. E mi succede adesso entrando in quei contenitori immensi, nei quali riesce difficile trovare una buona poesia tra migliaia… e poi tutto il resto che ben sappiamo: che spesso il livello medio basso va di pari passo alla presunzione [SM=g27987] (eheheheheheh) … ecco, io per esempio, come tutti voi qui, quella non ce l’ho mai avuta e ho sempre preferito prendere bastonate, piuttosto che non evolvere in positivo, nel mio modo di scrivere.


Un abbraccio, caro Mauri [SM=g27985]




daniela
apassoleggero
giovedì 31 maggio 2007 12:19
Ciao Mauri,
ho seguito tutta la tua spiegazione, perdendomi e ricercando il significato di quello "stroboscopiche" che tu hai usato per farci capire che tutto da parte da un sogno, da sembianze...
Vedi già il termine sembianza ha qualcosa di indefinito, mi fa ricordare qualcosa che sembra ma forse non è, mentalmente lo associo ad un altro termine che è apparenza e lo sento così etereo e leggero, qualcosa che appare, che vedo dal di fuori ma non ne colgo ancora la natura (aiuto! mi capirete mai... [SM=g27995] ) ecco allora che "apparizione" mi sembra adatto alla tua poesia, è una manifestazione improvvisa, un qualcosa di straordinario e forse soprannaturale, questo è il sogno...

Ora, per la prima volta in assoluto, ho provato a riscrivere la prima strofa (io la sento troppo pesante, ancora di più dopo le tue spiegazioni) solo per farti capire cosa intendo, nulla di più...


Piccoli flash
d’intermittenti bagliori
svelano chiome
perdute nella notte:

apparizione d’albero, tu sei mela.

Non spremerò ancora succo
per unire angoli sull’ombra luce

lasciamoci bere dal tempo,
dietro gocce di specchio

solo un pezzo alla volta
sei già mia.



Anna


firstlast
giovedì 31 maggio 2007 13:25

Mi associo assolutamente ai commenti che mi hanno preceduto. Trovo quel

Dall'occhio del faro
stroboscopiche sembianze
proiettano
perdute chiome nella notte.



troppo roboante per dei versi così carichi di malinconia , mi piace la rivisitazione di Anna, ma credo che già sia poesia solo questa:

Aperta ad albero, tu sei mela.

Non spremerò ancora succo
per unire angoli sull’ombra luce,
lasciamoci bere dal tempo
dietro gocce di specchio,
solo un pezzo alla volta.



Dove ho eliminato l'ultimo verso, di nuovo troppo incisivo per il contesto delicato del testo.

Complimenti Mauri [SM=g28002]


Leonardo
ApricotBrandy
martedì 5 giugno 2007 12:23
Ha degli ottimi spunti di originalità..se mi posso permettere la trovo, in alcuni punti, frammentata..
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