Odio su tela

'Skorpio'
lunedì 14 settembre 2009 14:27

Siamo gli amanti di Magritte,
le nostre lenzuola e le vostre cesure
sono i nostri silenzi e le vostre rinunce
noi due come Ettore e Andromaca
in un abbraccio cieco, in questo implodere nel nulla.

C’è solo un baratro oltre l’architrave
lei profonda e sicura, vertigine contro assenza,
lui un cappio giugulare
e tra le mani il gelo è una scheggia
trapasso ipodermico di felicità.

Abbiamo i volti sfiniti da carezze
pelle al cadmio e marzapane, vuoto
il vicolo che accompagna lo sguardo lontano
equidistante ogni reciprocità,
heart full of water, non sai quante cicatrici
sotto alla seta, polpastrelli fulminati
all’accensione del primo amore
e labbra affilate sulle lame, seconda visone
cambio inquadratura -stacco- carrellata
sold out, scintille, cascata di sangue
siamo dentro al dubbio del non detto,
nel pudore degli scorpioni gli artigli
dell’incomprensione, quarto di luna
ad eclissare teneri germogli di passione
ma se solo un ansimo squarciasse il bianco velo
vedresti questi nostri occhi
bramare per una volta ancora
il sesso ed il perdono.




Ecat Mel
lunedì 14 settembre 2009 18:03
terribile questo vuoto interiore, la lontananza da se stessi e dall'altro... come gli amanti di Magritte... io ci ho sempre letto la disperazione di non poter essere e nella tua poesia, questa profonda nostalgia la si coglie alla fine e non solo come un rimpianto, ma quasi come una preghiera... magari l'ultima...

è bellissima...
Francesca Coppola
lunedì 14 settembre 2009 21:07


beh. Sono estasiata. Quante cose dici e quante ne lasci intendere. Sembra una droga, della quale non si puo' (non puoi) fare a meno. E le parole sembrano sferrate in un pugno di rabbia e dolore. Sa un po' di sconvolgimento interiore, una confusione, forse solo apparente...



e nella chiusa:


nel pudore degli scorpioni gli artigli
dell’incomprensione
, quarto di luna
ad eclissare teneri germogli di passione
ma se solo un ansimo squarciasse il bianco velo
vedresti questi nostri occhi
bramare per una volta ancora
il sesso ed il perdono.



quel passo che ho evidenziato ha una tale potenza da incidermi completamente la lettura. Lo scorpione, una creatura che suo malgrado deve far male, perchè è nella sua natura. Non so se conosci la storia, con morale della rana e lo scorpione... beh! mi rimanda a quello, perchè in fondo tutto ha una sua morale.


Ma ne vorrei parlare di più con te, sui significati, le interpretazioni di questa tua...


[SM=g28002]
'Skorpio'
martedì 15 settembre 2009 09:39
Intanto grazie per le vostre generose letture.
La spiegazione è abbastanza semplice nel senso che l'ispirazione mi è venuta osservando il famoso dipinto di Magritte al quale per associazione mentale ho legato l'opera "Ettore e Andromaca" di De Chirico (http://www.fabiotordi.it/blog/img/20080710-ettoreandromaca.jpg)che secondo me ricalca in un certo senso i medesimi temi, tra i quali certamente spicca l'incomunicabilità, l'aridità di sentimenti, il vuoto.
Ho cercato di partire da un breve tratteggio visivo delle immagini, di scavalcare la semplice ottica estetica per tentare di scavare nell'ipotetica psicologia, nel sistema di forze che tengono abbracciati questi due corpi nonostante una palese difficoltà.
Da qui, sempre per associazione, gli scorpioni, perchè conosco la favola della rana e dello scorpione (tra l'altro recentemente revocata all'interno del pd da franceschini e d'alema se non sbaglio) ma in questo caso particolare io pensavo proprio a quella folle e affascinante danza che è la loro riproduzione a proposito della quale riporto qui di seguito una breve passaggio tratto online:
[Il maschio prima di accoppiarsi deve imbonire la femmina (per evitare che lei lo uccida per cibarsene) con un rituale di corteggiamento: il maschio le tiene le chele e i due incrociano le code con cautela, così muovendosi lentamente e massaggiandole i palpi la addolcisce; fatto questo deposita lo sperma in una capsula e porta sopra di essa la femmina di modo che possa inserirla al suo interno. ]
Ovviamente, immancabili alcuni riferimenti personali anche se preferisco non scendere nei particolari al riguardo [SM=g27989]
Grazie ancora.

S.
elfo nero
mercoledì 16 settembre 2009 00:14
Poesia molto ricercata.
Forse poco spontanea, ma pur sempre una lettura intrigante.
[SM=g28002]



al_qantar
mercoledì 16 settembre 2009 10:49
Mi riporta al dramma del "non essere" platoniano, a quell'esaurirsi in sentimenti logoranti...gli amanti sono angeli minori senza passato ne futuro con solo un momento fermo che persisterà nel tempo come un chiodo conficcato nelle carni con le sue ruggini ma anche con la sua disponibilità a sostenere tutto l'astratto dei nostri amori.

Ecco Mattia, a questo mi fa pensare la tua poesia.

Parlare della forma, della semantica non so a che serve quando il tema affrontato e descritto con grande capacità e di così tanta importanza.

Tante cose avrei da dire su questo testo ma mi perdo nel turbinio di pensieri e sensazioni che mi trasmette.

Tutto il mio apprezzamento per un'opera che ha del geniale in se.

Ti abbraccio

Sebastiano
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