Palingenesi

VertigoDoc
mercoledì 17 aprile 2013 20:58
Macerie. Becere.
Macere. Di me.
Intimi umori
le infiltrano:
un
miscuglio
di sesso
e cecità.

Macchinazioni.
Macchinalmente.
Fato fatuo
eppur pesante.

Un viaggio
Dentro una
molle caverna.
Urna? Grotta.

Alacri corvi
le briciole
lasciate
una dopo
l’altra
e la Via
del ritorno
smarrita.

Poi
Versi:
Canicole
e milioni
di scale.
Una statua.

Frammenti.
Cocci.
Versi
riparatori,
collante.

Anni di
mezzo.
fabella
giovedì 18 aprile 2013 09:07
trovo molto interessante la tua scrittura, carica di input che si diramano in ogni direzione, lì pronti a dar modo di approfondire o sviluppare pensieri in ogni ambito, interno o esterno alla vita.

due le caratteristiche lampanti: il verso brevissimo e le voci verbali ridotte al minimo. tendi ad isolare il sostantivo e renderlo protagonista assoluto del tuo scrivere.

a questo proposito mi sovviene una lettera che mi scrisse un amico a proposito della poesia che porta in sé, sempre più frequente, la formula dell'elenco. ti riporto qui uno stralcio, in forma originale:


"penso che la ns società sia una società ormai priva del fare, e cioè dei verbi di azione, e da cui anche la poesia dovrebbe esserne priva.
c'è solo elencazione, elenchi di case da comprare, suoni che così si ripetono all'infinito banalizzando il senso di ogni parola, e da cui forse meglio i numeri, i rapporti di sonorità – e da cui l'avanguardia che dici tu."



e siccome il numero, che lui cita, mi riporta al segno, quindi al geroglifico, mi risulta facile far rientrare certi passi del tuo scritto, che rappresentano elenchi, a mio sentire, molto simili ad una progressione numerica. vado ad evidenziarli:

VertigoDoc, 17/04/2013 20:58:




Macerie. Becere.
Macere. Di me.

Intimi umori
le infiltrano:
un
miscuglio
di sesso
e cecità.

Macchinazioni.
Macchinalmente.
Fato fatuo

eppur pesante.

Un viaggio
Dentro una
molle caverna.
Urna? Grotta.


Alacri corvi
le briciole
lasciate
una dopo
l’altra
e la Via
del ritorno
smarrita.

Poi
Versi:
Canicole

e milioni
di scale.
Una statua.


Frammenti.
Cocci.
Versi

riparatori,
collante.

Anni di
mezzo.




spero non essere stata troppo bizzarra nella mia lettura [SM=g8231]
ggiacinto
giovedì 18 aprile 2013 09:13
Anch'io trovo molto interessante questo testo, versi brevi dove ritrovo musicalità fluida in progressione numerica, come dice Fabella...

[SM=x2823269]

VertigoDoc
giovedì 18 aprile 2013 17:33
Re:
Ringrazio sempre per i commenti entrambi.
A fabella: mi fa molto piacere che queste mie umili parole ti suscitino tali impressioni e sensazioni. A dire il vero è una gioia poter leggere e assaporare la citazione che hai riportato. In effetti questo scritti (come altri in questo periodo) sono privi di verbi e si caratterizzano per essere sorte di elenchi in cui il verbo è lasciato intuire, attivato in modo latente nella mente del lettore - e ne risultano elenchi.

Personalmente, in alcuni scritti uso pochi verbi per il fatto che essi, essendo per loro natura portatori di un numero finito di argomenti, potrebbero limitare l'incedere delle parole "carcerando" un'espressione alla struttura argomentativa del verbo stesso. Tuttavia, è solo una convinzione personale.

Sul fatto che gli elenchi di configurino come segni e quindi il rimando al geroglifico mi trovi molto d'accordo; questi scritti vogliono essere, oltre che descrittivi di una condizione, anche una sorta di provocazione (ossia di stimolo) al lettore invitandolo a penetrare il significato.

Nessuna bizzarria, anzi caldamente accolta la tua lettura che offre spunti di riflessione notevoli [SM=g8335] [SM=g8335]

Vertigo.

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