trovo molto interessante la tua scrittura, carica di input che si diramano in ogni direzione, lì pronti a dar modo di approfondire o sviluppare pensieri in ogni ambito, interno o esterno alla vita.
due le caratteristiche lampanti: il verso brevissimo e le voci verbali ridotte al minimo. tendi ad isolare il sostantivo e renderlo protagonista assoluto del tuo scrivere.
a questo proposito mi sovviene una lettera che mi scrisse un amico a proposito della poesia che porta in sé, sempre più frequente, la formula dell'elenco. ti riporto qui uno stralcio, in forma originale:
"penso che la ns società sia una società ormai priva del fare, e cioè dei verbi di azione, e da cui anche la poesia dovrebbe esserne priva.
c'è solo elencazione, elenchi di case da comprare, suoni che così si ripetono all'infinito banalizzando il senso di ogni parola, e da cui forse meglio i numeri, i rapporti di sonorità – e da cui l'avanguardia che dici tu."
e siccome il numero, che lui cita, mi riporta al segno, quindi al geroglifico, mi risulta facile far rientrare certi passi del tuo scritto, che rappresentano elenchi, a mio sentire, molto simili ad una progressione numerica. vado ad evidenziarli:
VertigoDoc, 17/04/2013 20:58:
Macerie. Becere.
Macere. Di me.
Intimi umori
le infiltrano:
un
miscuglio
di sesso
e cecità.
Macchinazioni.
Macchinalmente.
Fato fatuo
eppur pesante.
Un viaggio
Dentro una
molle caverna.
Urna? Grotta.
Alacri corvi
le briciole
lasciate
una dopo
l’altra
e la Via
del ritorno
smarrita.
Poi
Versi:
Canicole
e milioni
di scale.
Una statua.
Frammenti.
Cocci.
Versi
riparatori,
collante.
Anni di
mezzo.
spero non essere stata troppo bizzarra nella mia lettura