Poesia erotica

fabella
sabato 20 aprile 2013 15:14
Pieghe (autore anonimo) LOL
Volevo pubblicare questo testo nella discussione di Pino. Ma qui mi sembra più consono, anche per cercare di definire quale sia "la buona poesia" erotica.

vi riporto il testo e qualche commento saliente che aveva ricevuto.


Pieghe tra le quinte
di una stanza di passaggio
entrano come marea
nei fianchi, le tue parole

Ingoia la mia pelle alla rinfusa
gonfiala d'aria e pioggia
tra le due metà, laddove
sotto il tuo –ti amo- mi apro

e vengo





comm. favorevole alla chiusa:


Io col venire sono sempre d'accordo. ( non è una battutaccia come dimosta il link che vado ad inserire in calce)

In questo caso poi gli attribuisco una doppia utilità.

La prima poetica per completezza di verso e ritmo, la seconda sotanziale per la carnalità della situazione (...tra le quinte di una stanza di passaggio...) seppur smussata o addolcita o commista a quel "tuo t'amo" (a poposito...se avessi omesso il pronome personale ed avessi lasciato solo il presente del verbo amare "amo"- sotto il tuo amo, magari virgolettandolo, avresti ottenuto una polisemia di grande efficace sensuale )

....dimenticavo....una gran bella poesia che evidenzia un lingiaggio ed una costruzione non convenzionale, ma senza scadere nella sofisticazione a buon mercato.
Brava

p.s. per la prossima poesia aspettiamo altri 9 mesi?


comm. che contesta la chiusa:

Ti leggo per la prima volta, e trovo insolito il tuo linguaggio, raffinato, e, proprio perché le capacità di evocare non ti mancano, trovo che sia una caduta di stile l'ultima parola, tantoppiù in questo genere di poesia, dove l'esplicito e l'ovvio ammazzano l'erotismo nel senso più alto del termine, ed è così che io leggo, superfluo e banale quel "e vengo", che non aggiunge niente alla tua poesia.



Colleghe e colleghi, fatevi avanti! :D

Da che parte state? :?:

L'esplicito in poesia erotica favorisce o ammazza l'erotismo? :?:

Non mi riferisco alla poesia, che ho già apprezzato per l'abilità e per la non banalità, mi riferisco, nel caso specifico, all'ultima parola, che, oltretutto, è un termine che abbonda nel prosastico linguaggio del quotidiano, pertanto contrappongo decisamente queste motivazioni a quelle del nostro Illustre (primo commentatore :) , anche perché quel "mi apro" non passa certo inosservato, ma "esplode" di significato.

(e in altri commenti che non riporto, si pensa che si sarebbe potuto omettere l'ultimo verso, addirittura per amplificare)


risposta dell'autore

La situazione finale, è la seguente: lui che ingoia la pelle di lei alla rinfusa, ma quando arriva alla meta erogena non ingoia più. Si ferma a pochi millimetri, esala su un "ti amo" e lei al solo tocco del respiro viene.

Qundi l'orgasmo le accade, sì grazie all'eccitazione portata al culmine dai vari percorrimenti, ma non si consuma al contatto diretto di una parte carnale di lui. Lei viene, essendo pervasa cerebralmente dal sentimento che lui enuncia, come tocco finale, laddove...


dite la vostra [SM=g2843114]
rossopapavero
sabato 20 aprile 2013 16:22
A proposito dell'esplicito o meno ho due esempi da fare ma che purtroppo non posso riportare.

In una poesia, breve, peraltro, le parole erano paragonate a indumenti che cadevano sotto lo sguardo di lui mentre lei parlava. Detta così non rende, ma credo sia fra le poesie più erotiche che abbia mai letto! E, mannaggia al fatto che non ricordo mai i nomi, non la trovo. Ma continuerò a cercarla.

E un racconto, di Wallace, in cui tutto era sottinteso, nulla era detto, ma, credetemi, io, quando me lo hanno letto (ecco perché non posso riportarvelo!), beh, quando me lo hanno letto avevo le gambe che quasi non mi reggevano.

Alla fine, è questione di gusto personale.
Francesca Coppola
sabato 20 aprile 2013 17:11
dipende dall'esplicito, questo non lo trovo così ovvio, poiché preceduto da una buona struttura, ricordando comunque che non esistono parole abusate ma semplicemente contesti nei quali esse risultano essere usurate.
ili@de
martedì 30 aprile 2013 14:39
Scusate, ma non riesco a capire dove sta il problema. A me sembra un buon testo nulla di eccelso, ma sicuramente migliore di tanti che si vedono in giro.
Un costrutto di testo erotico è quanto di più difficile si possa immaginare in poesia. E’ un attimo scavalcare quella sottile linea che separa il sensuale, l’erotismo, dal cattivo gusto, dal porno.
Per quanto riguarda la diatriba sull’ultimo verso, non vedo motivi per non utilizzarlo. Semmai l’unico appunto che mi sento di avanzare è:
dato che l’altra persona non sembra avesse l’intenzione di andare da nessuna parte, quando dice “vengo” non è chiaro dove volesse andare, a meno che l’autore si fosse espresso male ed avesse voluto dire: “vado”, nel qual caso si sarebbe potuta suggerire una meta più esotica … [SM=g8265]

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