Quel figlio che non ho

ggiacinto
mercoledì 22 gennaio 2014 12:51

-2014-

mio figlio è un dipinto
su una tela che ho nascosto
in fondo, al buio, tra due mura
non ha nome, né un padre
e sorride a braccia tese
resta lì ad aspettarmi
per giocare, farsi grande
correrà su rigogliosi prati
col dissenso, le nuvole sterili
si parla di piogge acide
che son demoni senza doglie

sporco dei suoi occhi
copro il volto a un'opera mai concessa
sotto lenzuola bianche di notti insonni
quando piange, e non demorde
cerca ancora la mia mano
lui, non ha paura d'esser nato.

Maredinotte
mercoledì 22 gennaio 2014 20:07
confermo!
mi piaci assai!
Francesca Coppola
mercoledì 22 gennaio 2014 23:12

è emozionante, al momento la sento molto mia.
Mi sembra intopparsi solo qui:

le nuvole sterili
si parla di piogge acide
che son demoni senza doglie

punto in cui non riesco a cogliere i significati.

Un caro saluto
ggiacinto
mercoledì 22 gennaio 2014 23:30
Grazie Francesca, è vero, infatti ho già provveduto a correggere quei versi, ma qui non potevo più modificarli:

Parlano di piogge acide
demoni senza doglie

Certo, ognuno di noi può ritrovarsi in questo testo, anche se la mia è una breve denuncia per chi sta strumentalizzando i bambini in una lotta tra gruppi di pressione, che fomentano odio contro una categoria di persone discriminate, accusate ed insultate gratuitamente quando non hanno mai richiesto certi diritti, come l'adozione.

Siamo in mezzo a una lotta politica che nulla ha a che fare con i diritti, l'etica, siamo nelle mani di nessuno.

[SM=x2823269]

Scusate, ma andrò a letto amaro.

fabella
sabato 25 gennaio 2014 08:58
passo in silenzio su questo testo, ma non senza comunicarti la passione che mi trasmette, di te come poeta e come persona

[SM=g2834784]
ggiacinto
sabato 25 gennaio 2014 10:57
Grazie Fabella, io so che il tuo silenzio vale più di mille parole.

[SM=g8265]

daina62
domenica 2 febbraio 2014 00:22
Ma quanto mi piace questa poesia!
Sai, a me ha ricordato un pochino anche l'aborto. Il sentirsi anche in colpa (sporco) per la scelta di non averne, andando contro la propria natura che invece li ama e sa che essi lotterebbero contro tutte "le piogge acide" del mondo. Fantastiche le lenzuola bianche insonni e "sporco dei suoi occhi".
A me non dispiaceva la prima versione in qualche modo preparata dal "dissenso", una stonatura che apre alla denuncia sociale, un cambio di linguaggio, come un fra parentesi che apre la finestra sul mondo, sull'uomo ed i suoi dubbi e riflessioni con quel "dicono che".
Si, complimenti, quasi mi spiace la tua spiegazione che mi illumina sulla chiusa che probabilmente avrei interpretato diversamente. Bel pathos ed immagini.
ggiacinto
domenica 2 febbraio 2014 09:13
Grazie per la lettura Daina62, si, dall'aborto al pregiudizio del procreare o immaginarsi genitori contro natura, ma loro, belli e già nati, lotterebbero con tutte le forze. In questo caso mi sporco dei suoi occhi per averlo concepito, e nascondo quella tela sotto un telo bianco. La chiusa spiega il miracolo innaturale della procreazione, forse, che si voglia o no, concepiamo comunque, con o senza i mezzi stabiliti, tanto che lui, il bambino, non ha paura d'esser nato.

[SM=x2823269]

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