Recensione

annamaria.giannini
00giovedì 2 marzo 2017 13:22
Devo recensire un giovane poeta per Bibbia D'asfalto. Non nego mi aspettassi, datala biografia, una poesia più feroce in qualche modo, invece ecco qui, che ne pensate?
Mattia Tarantino è nato a Napoli, a secolo già iniziato.
Dirige il blog “Alka-Seltzer – La disobbedienza è la blasfemia dei servi”; fa parte del collettivo artistico “Nucleo Negazioni”.
È presente in diverse riviste e pubblicazioni, cartacee e digitali.
Si è sempre schierato dalla parte del torto, preferendo, da subito, Capitan Uncino a Peter Pan ed Ettore ad Achille.
Ora vive nella terra dei fuochi, e si affretta a pubblicare le sue poesie prima che divengano postume e, quindi, famose.






QUALCHE POESIA SULLE CITTÁ



VENTOTENE


So la prossimità a capofitto
degli oleandri sulle baie,
e il volo basso del gabbiano
a benedire con l'alba i pescherecci.

Ecco Ventotene in luce sparsa
e sconosciuta tra le acque:

ogni pace qui fa nido nei giardini,
dove solo potrai chiedermi da quando
la misura della notte è in altri fiori;

ogni pace qui obbedisce ai movimenti
della creta incespicante sulla costa,
che dà nome alle ragioni, e conferisce
forse l’ultima quiete alla scrittura.

ORVIETO VISTA DA PIETRA CAMPANA
A Federica

I
 
Trarre luce affine e circondante
al limite d’ulivi e risalire
lo sguardo al colle dove immobile
d’altre distanze viene e giace.
 
Trattenere, soltanto contemplare,
la vista delle erbe tra le rocce
muoversi facendosi smeralde
e cadendo sprofondare nell’immenso
 
(della verde piana circostante
e delle luci ferme ad aspettare) 
 

II
 

L’inabissandosi dell’iride attraverso
la piana in risalita al poi del limite
argenteo degli ulivi prossimi e le foglie.
 
Questi frutti che vediamo custodire
la brezza, spostando verso il colle
il primo sole dopo l’alba e nuove luci
d’avvicinabili distanze e sfumature





III
 

Celandosi, la roccia in risalita
afferra l’alba e tenta, poi calante
il canto allegro tra gli ulivi degli uccelli.
 
Non si placano le luci tutt’attorno
alla pietra nuda in precipizio d’alte fronde,
che smagliante dice agli astri meraviglia
e il tempo tiene, custodendone il mistero.



BOLOGNA


L’insostenibile assentarsi che trattiene
questo passo e qui lo compie, tu dimori
e disappari mendicando tempo e luce.

Dove il tufo tocca illune le parole
e queste mura non risolvono l’eterno
né il bearsi repentino che lo manca,

assolviamo le terzine nella creta.
Qui l’alveolo d’incorporei desideri
disimpara la memoria e il tratto tuo

di bianca e luce nuda, quell’altissimo
assonare decrescente. Un allegretto
gocciolare dello sguardo sulla rossa:

è Bologna che mi parla, ed il celato
vivacchiare della strofa fa mistero.



fabella
00giovedì 2 marzo 2017 14:22





allora se faccio bene i conti il ragazzo non ha più di 17 anni. e qui mi pare proprio faccia del suo meglio per l'età e forse per le influenze ancora scolastiche. va sul terreno sicuro del paesaggio che inspira. poi lo espira come una natura che arranca per essere tale. anche l'architettura che edifichiamo per proteggerci, la più antica, la più affidabile la tratta come materiale tenero, sgretolabile: il tufo, la creta. il ragazzo si lascia andare all'andamento naturale delle cose, con rispetto, garbo e celata, forse inconscia umiltà. non è un paragone da fare, ma è l'unico che ricordo sempre come esempio. michelangelo scolpì la pietà vaticana a 20 anni! alla rondanini ci arrivò a 92, poco prima della morte. questo giovane non si brucia con la ferocia letteraria, ma trasmette la quiete della sua scrittura, in un tempo che ha davvero bisogno di quiete, di riflessione. una quiete che avvantaggia su un mondo scatenato alla rivolta gratuita, al non ascolto, alla prevaricazione, alla provocazione, alla violenza concreta ed astratta. lui no. è mite nel suo linguaggio, in un silenzio, secondo me altisonante. un richiamo semantico che ci dovrebbe ricordare che siamo contenuti e conteniamo il passato in funzione del nostro futuro. e lui come giovane unità ha l'intenzione di esserne una chiara dimostrazione.


questo sento dai testi che hai pubblicato. forse una documentazione più corposa potrebbe anche farmi cambiare punto di vista [SM=g10324]
annamaria.giannini
00giovedì 2 marzo 2017 14:53
Re:
fabella, 02/03/2017 14.22:






allora se faccio bene i conti il ragazzo non ha più di 17 anni. e qui mi pare proprio faccia del suo meglio per l'età e forse per le influenze ancora scolastiche. va sul terreno sicuro del paesaggio che inspira. poi lo espira come una natura che arranca per essere tale. anche l'architettura che edifichiamo per proteggerci, la più antica, la più affidabile la tratta come materiale tenero, sgretolabile: il tufo, la creta. il ragazzo si lascia andare all'andamento naturale delle cose, con rispetto, garbo e celata, forse inconscia umiltà. non è un paragone da fare, ma è l'unico che ricordo sempre come esempio. michelangelo scolpì la pietà vaticana a 20 anni! alla rondanini ci arrivò a 92, poco prima della morte. questo giovane non si brucia con la ferocia letteraria, ma trasmette la quiete della sua scrittura, in un tempo che ha davvero bisogno di quiete, di riflessione. una quiete che avvantaggia su un mondo scatenato alla rivolta gratuita, al non ascolto, alla prevaricazione, alla provocazione, alla violenza concreta ed astratta. lui no. è mite nel suo linguaggio, in un silenzio, secondo me altisonante. un richiamo semantico che ci dovrebbe ricordare che siamo contenuti e conteniamo il passato in funzione del nostro futuro. e lui come giovane unità ha l'intenzione di esserne una chiara dimostrazione.


questo sento dai testi che hai pubblicato. forse una documentazione più corposa potrebbe anche farmi cambiare punto di vista [SM=g10324]



graziemille, ho solo questi testi, e le tue sono esattamente le mie sensazioni.Poi posterò la mia recensione.
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