simone1995
mercoledì 29 febbraio 2012 18:03
Datemi un cucchiaio
e gratterò le rocciose pareti dell'inferno
con i diavoli che mordono le ginocchia
mostrandomi il mio volto
rinchiuso nelle loro facce
e datemi una candela
perchè il cielo resta
tremendamente buio.
Unica luce è l'ardente fuoco degli inferi
e gli occhi attraenti di Lucifero
fabella
giovedì 1 marzo 2012 10:14
simone1995, 29/02/2012 18.03:



Datemi un cucchiaio
e gratterò le rocciose pareti dell'inferno
con i diavoli che mordono le ginocchia
mostrandomi il mio volto
rinchiuso nelle loro facce

e datemi una candela
perchè il cielo resta
tremendamente buio

Unica luce è l'ardente fuoco degli inferi
e gli occhi attraenti di Lucifero




Sempre a livello personale, per quello che ho maturato durante il mio percorso peotico, farei circolare un po' d'aria tra questi versi. Secondo me necessaria proprio per il respiro del lettore, che possa concentrare più attenzione sulle diverse fasi temporali della poesia stessa.


Sulla prima strofa, ti segnalo solo un gusto personale, del quale purtroppo ho fatto regola ferrea.
E Sabastiano (al_qantar) lo sa, ché lo rimprovero sempre, visto che lui ne fa uso frequente [SM=g8231]
(mo' l'ho chiamato in causa, vediamo che succede) [SM=g2829704]
Quello dell'aggettivo davanti al nome. Non dico che a me non capiti mai, ma di certo come eccezione che conferma la [SM=g8120]



Nella seconda strofa, non mi garba un granché quel "tremendamente". Pare che voglia rafforzare quello che in fondo è già tremendo in modo lampante. E lo rafforza con un avverbio tra virgolette leggero, banale. Spiegami tu il perché di questa scelta...

E infine la chiusa, un po' troppo sentenziosa, quindi statica e nel significato, per me, anche un po' contraddittoria. Non c'è ordine in quelle diverse intensità di luce di cui parli. Però non è rilevante, visto che mi contraddico anch'io, che spesso dico che la poesia deve anche essere disordine...


(ma sta mattina mi è preso il [SM=g8120] [SM=g8120]ero)


Tanto chiacchierare per dirti che cercherei un po' di sintesi in quella chiusa, con attenzione a quel "attraenti", che è la scelta meno riuscita.


Tutto questo per dire che ho scritto tante parole, ma il commento sintetico sarebbe stato:

Hai dato in pochi versi il senso di chiusura e soffocamento, di trappola, di condanna. Con l'ossimoro finale speranza-distruzione.
Al di là di due scelte stilistiche che non condivido, la trovo molto ben costruita. Migliorerei la chiusa mmmmmm,

ma sai che rileggendo, "attraenti" mi può anche garbare? sìsìsìsìsì, mi ero sbagliatissima. Rivedi invece quel "ardente fuoco". prova a togliere fuoco (per le ripetizioni che dicevo a lastrega).

vavavavà, come viene bene:


Unica luce è l'ardente degli inferi
e gli occhi attraenti di Lucifero




Ti piace Syd Barrett, Simone?

ti lascio un suo testo da leggere. così, pensando all"ardente"... non che c'entri col tuo tema [SM=g10324] anche se già mi riportava a lui (Sam)Lucifero, che ti lascio anch'esso...

Per me sono letture che fanno sempre bene [SM=g2829698]

ARDENTE
traduzione del testo

Solo tra le nuvole tutte blu
sdraiato su un piumino, Yippee!
Tu non puoi vedermi ma io riesco a vedere te!
Oziando nella brumosa rugiada [SM=g8231]
stando seduto su un unicorno
Niente paura! Tu non puoi sentirmi
ma io sento te!
Guardando i ranuncoli afferrare la luce
dormendo su di un dente di leone
E’ troppo!
Io non ti toccherò eppure potrei.
Nuotando attraverso il cielo stellato
viaggiando per telefono
Ehy oh, su andiamo
mai così in alto!
Solo tra le nuvole tutte blu
sdraiato su un piumino, Yippee!
Tu non puoi vedermi ma io riesco a vedere te!


Sam Lucifero

traduzione del testo

Sam Lucifero, ho visto il tuo gatto
sempre seduto accanto a te,
sempre al tuo fianco.
Quel gatto ha qualcosa che non riesco a spiegare.
Graziosa Jennifer ° sei la strega.
Sei il lato sinistro
lui è il destro. Oh, no!
Quel gatto ha qualcosa che non riesco a spiegare.
Lucifero và a vedere
Sii un gatto in gamba,
sii un lupo di mare
dovunque, comunque
Quel gatto ha qualcosa che non riesco a spiegare.
Vorrei sprofondare nelle sabbie mobili
correndo in giro sulla terra
non sfuggirai
dovunque andrai
Quel gatto ha qualcosa che non riesco a spiegare.



[SM=x2823269]
lastrega65
giovedì 1 marzo 2012 11:54
Re:
simone1995, 29/02/2012 18.03:

Datemi un cucchiaio
e gratterò le rocciose pareti dell'inferno
con i diavoli che mordono le ginocchia
mostrandomi il mio volto
rinchiuso nelle loro facce
e datemi una candela
perchè il cielo resta
tremendamente buio.
Unica luce è l'ardente fuoco degli inferi
e gli occhi attraenti di Lucifero




Mi piace. Anche io opterei per levare rocciose,perchè le pareti dell'inferno già si immaginano così e anche il verbo grattare aiuta.

simone1995
giovedì 1 marzo 2012 19:55
In effetti a togliere il "fuoco" l'effetto è più profondo [SM=g8265]

Sulla questione degli aggettivi il mio gusto personale mi conduce esattamente sul versante opposto. [SM=g8231]

Per esempio prendi le poesie di Barrett che hai postato:


Solo tra le nuvole tutte blu
sdraiato su un piumino, Yippee!
Tu non puoi vedermi ma io riesco a vedere te!

Oziando nella brumosa rugiada
stando seduto su un unicorno
...

A mio parere l'immagine più viva ed efficace è quella della brumosa rugiada che domina lo spazio poetico, ben più efficace di un

Oziando nella rugiada brumosa
...

poichè anticipare l'aggettivo vuol dire rafforzare il carattere particolare, speciale e degno di nota ( e che si vuole evidenziare )
Altro esempio:

e rimirar la scintillante acqua
(Petrarca)

oppure

e rimirar l'acqua scintillante

Nel primo si rende l'idea che l'acqua sia intessuta di gemme, brillante di luce propria ed autonoma.
Nel secondo l'aggettivo sembra semplicemente indicare la purezza dell'acqua e la sua limpidezza, ed è quasi privato del suo senso proprio [SM=g8231]

Vabbè opinioni contrastanti ahah
[SM=g8335]









simone

Anemonephobia
venerdì 2 marzo 2012 08:02
Essenzialmente, a me dispiacciono un po' il "tremendamente" e il successivo "attraenti", trovo infatti che intralcino lo scorrere dei versi. Per il resto, mi è piaciuta molto l'atmosfera soffocante e disperata.

fabella
martedì 6 marzo 2012 07:52
Re:
simone1995, 01/03/2012 19.55:

In effetti a togliere il "fuoco" l'effetto è più profondo [SM=g8265]

Sulla questione degli aggettivi il mio gusto personale mi conduce esattamente sul versante opposto. [SM=g8231]

Per esempio prendi le poesie di Barrett che hai postato:


Solo tra le nuvole tutte blu
sdraiato su un piumino, Yippee!
Tu non puoi vedermi ma io riesco a vedere te!

Oziando nella brumosa rugiada
stando seduto su un unicorno
...

A mio parere l'immagine più viva ed efficace è quella della brumosa rugiada che domina lo spazio poetico, ben più efficace di un

Oziando nella rugiada brumosa
...

poichè anticipare l'aggettivo vuol dire rafforzare il carattere particolare, speciale e degno di nota ( e che si vuole evidenziare )
Altro esempio:

e rimirar la scintillante acqua
(Petrarca)

oppure

e rimirar l'acqua scintillante

Nel primo si rende l'idea che l'acqua sia intessuta di gemme, brillante di luce propria ed autonoma.
Nel secondo l'aggettivo sembra semplicemente indicare la purezza dell'acqua e la sua limpidezza, ed è quasi privato del suo senso proprio [SM=g8231]

Vabbè opinioni contrastanti ahah
[SM=g8335]









simone





Ma ci mancherebbe Simone, non sai quanti usano di frequente l'aggettivo davanti al nome. Tra tutti quelli che ho conosciuto, solo due persone la pensano come me. Quindi tranquillo, non voglio far cambiare opinione a nessuno. Certo è che leggendo Petrarca non dà fastidio neppure a me, perché lo colloco appieno nel linguaggio di quell'epoca. Ma oggi siamo qui a cercare di scrivere poesia contemporanea [SM=g8231]

Dal canto mio ho scritto per circa un anno senza aggettivi. E non per quello cose meno profonde od efficaci. Anzi, e non sono la sola a pensarlo questa volta [SM=g8139] che l'aggettivo o qualunque altra parte del discorso che spieghi, sottolinei o specifichi, tolga forza alla poesia, la chiuda ad una lettura obbligatoria, rendendola fin troppo penetrabile, ma a senso unico.
Attualmente ho rivalutato l'uso dell'aggettivo, l'elenco di aggettivi. Quasi mai però cavalco le associazioni di idee tra esso ed il nome col quale concorda.


[SM=x2823269]
al_qantar
sabato 10 marzo 2012 16:19
Ciao Simone, anche se non ti ho commentato, ti garantisco che ho seguito la tua presenza.
Dopo tutto quello che è stato detto non saprei cos'altro aggiungere di fondamentale. Io sono tra quei pochi che Fabella diceva degli aggettivi, in modo particolare quelli prima del nome ma, comunque mi capita di usarli perché in "quel" momento, arrivano così, ma quando posso li evito
e penso che il linguaggio poetico non si debba allontanare troppo dal quotidiano riprendendo una teoria di Garçia Lorca, che proponeva una poesia per chiunque e non solo per l'elite.
Andando a questo testo, devo dire che mi piace sin dal primo verso, anzi quel primo, e secondo verso, mi piace più del resto. Anche io eliminerei il "rocciose" in quanto lo ritengo già sottinteso e poi, la significanza e l'emanazione poetica del contesto lo rende prevedibile diminuendo l'efficacia del distico. Per il resto... mi piace, rispecchia fedelmente il disagio di fronte al male che imperversa su questo mondo.

S
fabella
domenica 11 marzo 2012 10:16
Re:
simone1995, 01/03/2012 19.55:


e rimirar la scintillante acqua
(Petrarca)

oppure

e rimirar l'acqua scintillante

Nel primo si rende l'idea che l'acqua sia intessuta di gemme, brillante di luce propria ed autonoma.
Nel secondo l'aggettivo sembra semplicemente indicare la purezza dell'acqua e la sua limpidezza, ed è quasi privato del suo senso proprio





ne farei anche una questione di suono


e rimirar la scintillante acqua (endecasillabo con quella tronca dell'epoca)

ma se si aggiusta il secondo

e rimirar l'acqua scintillante(dedasillabo, circa...)

così:

e rimirare l'acqua scintillante (endecasillabo)

il suono regge ancor meglio con questa costruzione.

Solo che essendo di certo un testo in rima, si girano e voltano le parole per fare quadrare tutto. Lasciando spesso al caso le sfumature dei significati. Anche questo la rima insegna. A non essere troppo innamorati dei propri significati, così poi tanto precisi. Quante volte ho pensato a Dante, a Petrarca stesso. Il divertimento che hanno provato scrivendo in rima. Perché in fondo, riserva molte sorprese all'autore stesso, questo stile di scrittura.

[SM=g8231]


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