VertigoDoc
mercoledì 17 aprile 2013 20:58
Persi versi
fra gelsi e messi
Aria gialla
fra spighe

d’un tratto

il grigiore
incancrenito
di un
cielo d’agosto

poi mosto
poi vino
Bottiglie
Vuote
Riflesse
Su un iride
gravido, madido

gemme
liquide
ma
ghiacciate
di rimpianti
le gote
graffiano

Sorde candele
a far da focolare

Tuttavia
rime piene
di maestri
e suona
un nuova
musica
l’anima.

Rinasco.
garofano a.
giovedì 18 aprile 2013 07:15
Benvenuto tra noi intanto, si fa un po' fatica a leggere e apprezzare le tue poesie in questa forma sei sicuro che allungando i versi non sia più dolce e leggibile?

Pino
VertigoDoc
giovedì 18 aprile 2013 17:39
Grazie del Benvenuto.

La scelta di spezzare i versi in questo modo ha una propria motivazione, senza con questo dare a quello che ho scritto un tono polemico. È una scelta espressiva con la finalità di dare idea di un certo scollamento, di una frammentazione interiore da rendere sulla pagina graficamente e allo stesso tempo provocare il lettore a costruire una rete di nessi in uno scritto che apparentemente sembra un'accozzaglia di termini.


Vertigo.
garofano a.
giovedì 18 aprile 2013 17:59
Re:
VertigoDoc, 18/04/2013 17:39:

Grazie del Benvenuto.

La scelta di spezzare i versi in questo modo ha una propria motivazione, senza con questo dare a quello che ho scritto un tono polemico. È una scelta espressiva con la finalità di dare idea di un certo scollamento, di una frammentazione interiore da rendere sulla pagina graficamente e allo stesso tempo provocare il lettore a costruire una rete di nessi in uno scritto che apparentemente sembra un'accozzaglia di termini.


Vertigo.




Accozzaglia non sembra, e il tuo intento potrebbe essere valido non per tutti penso, ad ogni modo esperimenti e provocazioni ben vengano,restare ancorati a certe convinzioni a volte è ancora peggio.
Quindi un bravo per il coraggio

Pino
al_qantar
giovedì 18 aprile 2013 23:29

Intanto devo dire che non c'è nessuna accozzaglia di termini o quant'altro. La struttura che segui, a mio avviso, può andar bene in termini di grafica, ma hai provato a leggere ad alta voce?
Io ci ho provato e mi sono trovato in un continuo inciampo. Il fatto è che ci troviamo di fronte ad un ritmo un attimino fuori dalle basi musicali, almeno per me. Ho provato a solfeggiare in duine e poi in terzine ma a "incancrenito" mi cambia la battuta.
Non mi fraintendere, ti prego, io non sono per gli schemi predefiniti o roba del genere ma penso che, innanzitutto, la poesia è musica.
Quando leggo un testo, che sia per il mio piacere o per una recensione, lo faccio sempre con la serietà che questa mia/nostra passione pretende
e la prima cosa che cerco di sentire è la melodia. Dopo passo alla forma, quindi alla semantica o alle aree semantiche, all'incastro armonico delle parole e, in particolar modo alle significanze (l'oggetto metaforico, o semplicemente analogico fa la differenza tra poesia e altra scrittura).
Infine m'impegno a cercare le chiavi di lettura, il nucleo e quindi i significati.

Ti dico questo perché, ma credo tu lo sappia già, è così che si legge una poesia (così m'insegnarono i miei maestri).

La tua, caro Vertigo è poesia, non accozzaglia di termini, quello che a mio modesto parere manca un pochetto, è la musica.

S
al_qantar
giovedì 18 aprile 2013 23:37

[...]
Sorde candele a far da focolare

Tuttavia rime piene di maestri
e suona una nuova musica l’anima.

Rinasco.


è solo un esempio della potenza che assume questa quartina e se mi sbaglio ditemelo, per favore.

Vorrei che comprendessi lo spirito onesto con il quale mi permetto di dire queste cose e ribadisco, mi piace "quello" che scrivi un pò meno "come" lo scrivi.

affettuosamente
garofano a.
venerdì 19 aprile 2013 00:13
Re:
al_qantar, 18/04/2013 23:37:


[...]
Sorde candele a far da focolare

Tuttavia rime piene di maestri
e suona una nuova musica l’anima.

Rinasco.


è solo un esempio della potenza che assume questa quartina e se mi sbaglio ditemelo, per favore.

Vorrei che comprendessi lo spirito onesto con il quale mi permetto di dire queste cose e ribadisco, mi piace "quello" che scrivi un pò meno "come" lo scrivi.

affettuosamente



Mi associo al tuo dire, sempre nel rispetto e onestà verso l'opera

Pino
rossopapavero
venerdì 19 aprile 2013 08:47
Ho sempre pensato che il verso libero fosse il più difficile.
Ho letto, cosa che difficilmente faccio, i commenti che mi hanno preceduta, e onestamente concordo.
Da un punto di vista grafico, ottieni quello che desideri. Però, e resto sulla "grafica", per rinascere, da una frammentazione si deve giungere a una qualche "unione" che permetta la ricostituzione dell'io. E io non la vedo.
E' la prima volta che ti commento, quindi mi preme dirti che qualunque cosa io scriva è un punto di vista, il mio, e che quindi va preso come tale: un secondo me.
Da un punto di vista musicale, concordo con chi mi ha preceduto sugli inciampi. Inoltre, io di solito uso il verso breve quando voglio imprimere un ritmo più serrato. Leggendo, trovo dei punti in cui il senso quasi impone un rallentamento che poco, a mio avviso, si sposa con la frammentazione che tu mantieni. Insomma, io ci metterei di nuovo le mani, perché merita, e così mi sembra che perda di forza inceve di trasmetterla. Ma aspetto la tua opinione.
Intanto, grazie.
fabella
venerdì 19 aprile 2013 08:51
Io la prenderei alla larga, perché questa scrittura mi fa pensare allo scrivere a blocchi. Vi proporrei un esempio mio, se mi esce come si deve. Poi caso mai ne parliamo.

 

troppo da lontano                                                                fa piccolo
                                                                                         il ritorno
               troppo tempo
                                                                                  lento
                                                                           il motorino

                                  le piene
                          hanno marcito i libri
                                                                          il dare
                                                                    senza bagaglio
porta pari                                                        
                                                                                                miscela
                                                                                                di capelli rossi
le distanze
in greco                             un vitamondo          
                                                 il goniometro
                                                        la scollatura                        il vento
                                                                                                    nella gonna



spero la pubblicazione sia riuscita, perché con l'editor non mi dà l'anteprima [SM=g8172]

questo per evidenziare l'elemento sperimentale del tuo scritto.
fabella
venerdì 19 aprile 2013 08:52
ahhhhhhh, me me l'ha pubblicata benisssssimo [SM=g3227796]
al_qantar
venerdì 19 aprile 2013 09:19

Ah Filo, bel ritorno alle mappature!!!
fabella
venerdì 19 aprile 2013 09:26
sapevo che ti avrei accalappiato su questo [SM=g8231]


comunque vorrei fare capire a vertigo come gli aggettivi, che lui usa in abbondanza, potrebbero diventare invisibili e come questo lavoro sia utile proprio ad eliminare il superfluo dal linguaggio poetico

ed hai ragione a chiamarla mappatura. perché il concetto è proprio questo. allontanarsi in verticale dalla scrittura e verificare quello che rimane visibile: l'essenziale.

Bacio di buon giorno [SM=g2829702]
VertigoDoc
venerdì 19 aprile 2013 21:10
Rinnovo i ringraziamenti per i commenti, le analisi e i consigli espressi. Risponderò a ciascuno di voi in questo stesso post cercando di essere il meno prolisso ed il più chiaro possibile.

Ad al_qantar, garofano a e rossopapavero : apprezzo molto le vostre analisi e i vostri consigli dal punto di vista metrico-musicale di questa mia. Ho ben compreso i vostri toni che sono sinceri e privi di qualsiasi accenno alla denigrazione o all'insulto. Dal mio punto di vista, la riproposizione della quartina "Sordide candele" (da parte di al_qantar) è molto eloquente. Tuttavia, l'intento che sta al fondo di questa veste grafica è proprio "sconsacrare" una certa strutturazione di stilemi di lettura metrica (di cui cerco di avvalermi in altre mie, beninteso). Non volendo essere questa un giustificazione quanto piuttosto una precisazione, la finalità alla base della grafica è dare un ritmo scandito, lento come di processione funebre con passo inesorabile e telico.

A fabella: mi è molto piaciuto l'espediente della "mappatura" come del resto il consiglio sugli aggettivi che ne deriva, molto interessante ed invitante la riflessione. Puntare all'essenziale è fondamentale, tuttavia una scrittura che vuole essere descrizione di stati interiori può avvalersi di metodi fra i più diversi.


Vertigo.
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