pierrot--
domenica 1 luglio 2007 13:32
Piazza dei Cinquecento – Roma 1978


Giorgio è un angelo biondo, i suoi sedici anni sono nella pelle chiara , nel celeste che diventa bruno nella notte all’ora del tramonto. L’aurora che piange di non essere giorno.
E’ fresco come la menta e forte come un arbusto di mare al troppo sole. Sembra. E ha un motorino truccato e scassato con cui fa rumore su una ruota sola. E mostra la sua dote trovata sopra un molo di carta usata. Te la offre, con i denti bianchi che ridono soltanto quando è buio, perché si vergognano del fiato di un padre seduto sempre dentro a un corridoio, che suda vino vecchio e lo lascia cadere tra le mattonelle rotte. Sul comodino ha ritagli di giornali, solo foto, idoli che imita in finto inglese. E’ amico di Mary, si incontrano sotto i lampioni del lungotevere. Lei per lui salta anche un giro, si beve una granita e se la spalma tra le cosce. Piace ai cliente, dice, mentre accarezza la testa di un bambino. Può essere sua madre, forse lo è. E la sua donna. Per quelle catene nell’abbraccio, per le loro impronte così uguali nello stesso spazio. Mai oltre. Sotto macerie di muri e foglie che non segnano linee di orizzonte. Sedici anni. Sulle sue spalle aperte con forza, per farsi rubare lo stupore e il corpo. Per un passaggio estraneo, violento, e un abisso di polvere tagliata.
Giorgio ha solo una punta di terra da abitare, come un animale in riserva. Ma se socchiude gli occhi va lontano, dove la luce lo spaventa. Non ha parole per spiegare il profumo di una trasparenza, quel cotone nuovo e pulito che lo chiama. Il verde che vorrebbe toccare e saprebbe proteggere, rispettare. Lui che non si rispetta, per pochi spicci da rubare in un orgasmo, da lasciare sulla coperta della sua brandina poco usata,ormai. Nei sogni ha figure che non riconosce, ma sa che ci sono tanti angoli in cui ci rinchiudiamo, coperti da strati inutili. E che siamo soli, tutti. Per questo tende il suo palmo aperto e ti guarda negli occhi. Per questo crede ancora nella sua mano tesa. E senza lamenti, è un uomo.


Giorgio mi portato con lui di notte, protetta, mostrata, mi ha fatto conoscere la sua famiglia e la sua casa,gli amici, senza chiedere nulla.
Ha imparato a leggere e scrivere, ha trovato lavoro e si è sposato.
E’ uno dei ricordi più belli. Non capita spesso dietro una stazione

Modificato da pierrot-- 01/07/2007 13.33
ormedelcaos
lunedì 2 luglio 2007 13:24



ne avrai diversi di quadretti da appendere al tuo cuore e alla tua curiosità di Vita, Lucia, e questo ti fa onore come donna e come letterata, e soprattutto come Essere umano.

ti ringrazio. walter

pierrot--
giovedì 5 luglio 2007 13:38
Grazie Orme. Mi hai fatto un complimento bellissimo.
Anche se capisco bene di quanti specchietti riflessi viva la personalità di ognuno.

Torno per i commenti.

Grazie
Lucia
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