Romeo e Giulietta

ggiacinto
venerdì 13 dicembre 2013 14:39

-2013-

dalla quarta fila
vedo il palco
un deserto rosso intorno
velluto consumato
dal plauso dei tempi
lo spettacolo tarda
e non inizia
col tendone nero
nessun faro, occhio
che s'aspetti
Romeo e Giulietta
dalle quinte non hanno parti
copione, nè costume
non si baciano, non c'è veleno
nudi e crudi somigliano appena
a due attori ammansiti
l'uomo abbia pudore
nulla inventi
sembra buona l'ultima
con il gobbo muto
messe in scena esemplari
taglia pure le preghiere
l'ultima mossa
ovazioni e rose
a quel non essere
che ha vergogna di cantare.

fabella
sabato 28 dicembre 2013 09:32
Da tempo ti volevo mostrare una mia vecchia poesia, che restò sulla prima pagina del blog dei gatti, quando ancora era molto attivo. Era molto piaciuta a Francesco, che la tenne in vetrina per parecchio tempo.

Non è il primo dei tuoi testi che me la ricorda, ma è senza dubbio quello che mi ha spinta a ripescarla per fartela leggere.


POLVERI di FILA
4 aprile 2007

sento silenzi concavi
a raggiera
nelle pause del capo comico
polveroso di fumi a cono
di abbracci strofinati
infarinati
di cipria e brillantini

salgono scie di fila
indifferenti
toccate, ma assenti
pigiate afose per le scale
sculture
a tuttotondo d’incarnato terra
e patine policrome di cera

dove il vuoto conta
più della materia
l’aria
s’incanala in solchi a gomito
tra pareti a piombo
e molli curve
di donnine senza fama

mandate a popolare
cornici
di damasco e mantovane
con funamboli
violinisti e spose
e rose
piovute vizze
dalla platea capovolta

sui tetti a punta
di una città di tela



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ggiacinto
sabato 28 dicembre 2013 12:32
Ciao Fabella, grande!!! E' vero, c'è molto di me in questo testo. Il teatro, il palco, le quinte, mi inquietano; se l'uomo non mettesse in scena se stesso, non potrebbe mai realizzare la "persona". Sono sempre stato combattuto tra il dover dimostrare o nascondere ciò che sono, perchè se il tutto si riduce alle parole dette o ai fatti, chiunque sarebbe in grado di mentire o dire il vero, sono quelle bugie che non si dicono ma che si fanno. Forse è questo il libero arbitrio di cui si parla, nasciamo con un'indole, poi sta a noi trovare gli strumenti per metterci in scena, solo se lo vogliamo. Oggi ci privano degli strumenti per indebolire l'uomo e privarlo di un'identità. Romeo e Giulietta, per quanto sia forte il loro amore, restano lì impotenti, senza costume, veleno, e nè parte.

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