Voglio farti una domanda: perché ripensare al testo per poi ripensarci ancora e poi ancora per riscriverlo, infine, uguale alla prima versione (fatto salvo un intervallo inserito nella chiusa)?
Che si ripensi ai propri testi e si cerchi di migliorarli è una cosa lodevole, ma non capisco perché ritornarci subito, quasi fosse un ripensamento. Non sarebbe più appagante cercare di dare il meglio di sé nella prima stesura e poi cercare di guardare il tutto da una visuale diversa, magari adottando soluzioni suggerite dagli altri lettori?
Sai, quando pubblichi come facevi prima, dai l'idea di insicurezza, di una continua evoluzione, di una sensibilità che muta di secondo in secondo. Intendiamoci, a me non dà fastidio, solo che immagino per una idea di completezza di visione, sia più soddisfacente per te, e meno frustrante, il pubblicare qualcosa che si intende definitivo (ma soggetto a giudizio e commenti propositivi).
D'altra parte (ma fai finta che non l'ho detto) ci hai fatto affezionare a questa figura di te, ed immagino mancheresti a molti se non agissi così.
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P.S. Suggerimento: prova ad eliminare quegli "o" ed "oppure"...
Non ho la pretesa di entrare nella tua sfera emotiva né di dar voce ai tuoi sentimenti, per cui magari la mia proposta non c'azzecca molto, ma che ne diresti di una chiusa su questo genere:
Ti cerchero’ancora
nell’ombra di una madre
a seguire il mare
da una sponda all’altra
che non ci siano buche
accanto a letti bianchi
dove il dolore non bussa
e la dignità si perde
all’angolo di strada
dove l’unica carezza e’ il freddo
a far da velo agli occhi
ti cercherò ancora
ed urlerò il perche'
di questo amore
e del tuo tempo che l’uccide