Avrei potuto reiterare quel “no”,
marcare l’ora con un timbro a secco o
cambiare discorso cercando di
confonderne i segni per eludere l’appuntamento,
esaminare altre possibilità
oppure perdermi - come sempre-
accogliendo silenzi che pacificassero la mia coscienza
ma non ho inquietudini da saldare
o vecchie soste da riproporre all’attenzione del tempo
ed il compiacimento delle mie azioni
s’è perso da tanto nel sollievo dell’indifferenza
ho poche certezze da proporti
- in una notte dal sapore postumo di pentimento -
e penuria di parole quando mi guardi
e distanze che – opportune- colmano il vuoto.
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La prima dopo tanto tempo.