Nonostante la metrica che non è esattamente quella, mi riporta un po' alle atmosfere dei tanka giapponesi. E anche se li dovessi dipingere, questi versi, li vedrei acquerellati su una seta oriantale, dove ogni colore dovrebbe conservare la sua intensità più forte e poi smorzarsi gradatamente verso quella più tenue.
"Il giardino segreto" mi ricorda il romanzo di F.Hodgson Burnett dove il giardino rappresenta la protezione, l'amore, l'accoglienza, l'insegnamento della "madre", che la protagonista aveva perduto.
Anch'io ho trovato un sovraccarico di colore che acceca un po' per intensità, per luce. Ma poi, i richiami che ti ho citato, mi hanno consentito di bucare il primo strato e intravedere qualcosa oltre.