Sonno di notti lente

e fu in quel giorno a primavera che scelsi il ramo di pesco

Cadevano l'ore e ti toccai con mano tesa
arrivando al limbo tuo con occhio di mente
con seni di labbra a te protesi
e mi liberai del manto
mi liberasti contandomi le dita
nella penombra d'un indice curvo

Furono lampi a premere il tempo
vocali a rasentarmi il collo
nell'inatteso incastro di consonante ai denti

trovo meraviglioso l'incastro delle parole. quelle giuste al punto giusto. un rivoltare e ricombinare il classico, fino a inventarne una formula nuova che esalta l'atmosfera che vuoi rendere

abbraccio strettissimo, Carla

Apprezzo molto il parlar di passione con un dire delicato. In questo

modo non si appesantisce, anzi si illumina

Grazie mille a voi ragazzi!
Fabella conosce bene il mio scrivere e conosce ancor meglio LA PAROLA e l'uso che se ne può fare: il mio è arcaico, passionale e garbato. Piacere di piacerti, Falkenna e grazie di esserti fermato

Carla

Carissima Carla