Versolibero
venerdì 20 dicembre 2019 19:10


storie sconosciute viaggiano sui vagoni
o vagano sui marciapiedi
di una città fantasma
che ignora identità

persino loro stesse
confuse nella nebbia
si disconoscono, si alienano nel traffico
scandito dai semafori
intente a fuggire
da irrimediabili perché
da risposte provvisorie
avvolte nella noia
vacillanti di fragilità


i passi sul cemento
il freddo dei lampioni:

basta sognare casa
richiudere la porta
lasciando fuori
i forse ed i chissà






R. S.
macrino
sabato 21 dicembre 2019 15:52
E' una poesia molto intensa che evoca il desiderio di trovare un luogo (interiore) in cui rifugiarsi. (Per me non esiste). Credo sia una tua precisa scelta estetica non usare le maiuscole.

Ciao
Versolibero
domenica 22 dicembre 2019 10:52
@ E' una poesia molto intensa che evoca il desiderio di trovare un luogo (interiore) in cui rifugiarsi. (Per me non esiste).


Il luogo interiore in cui poter vivere bene con se stessi si può costruire, coltivare. Certo è faticoso. Sono la nostra mente, il cuore, l'anima, il fertilizzante di quel terreno. Non credi?



@ Credo sia una tua precisa scelta estetica non usare le maiuscole.


In realtà sono abbastanza incostante: anche se generalmente ne faccio uso, alcune volte la punteggiatura a fine verso e le maiuscole mi disturbano visivamente, mi sembrano "ingombranti", penso che uno spazio bianco abbia la stessa funzione del punto e della maiuscola soppressi. Ma ripeto, sono volubile in questo, dipende dai momenti.

Grazie per il tuo riscontro, ciao.


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