..Vi è una semplice grandezza nel modo di considerare la vita coi suoi poteri di crescere, di assimilare e di riprodursi, come ispirata originariamente nella materia in una o poche forme; e mentre questo nostro pianeta è andato rotando secondo determinate leggi, la terra e l’acqua in un ciclo di cambiamenti si sostituivano l’una all’altra, in modo tale che da una origine così semplice, attraverso il processo di una selezione graduale di cambiamenti infinitesimi, si sono evolute infinite forme di stupenda bellezza…
[C. Darwin L’origine della specie, abbozzo del 1842]
Ti sento vicino al pensiero darwiniano, nelle prime strofe:
Non domandarmi di quando vivevo
sommerso nel profondo del mare
mi nutrivo coi pesci di plancton ed alghe
e tra i coralli deponevo le uova.
Non domandarmi di quando volavo
nel cielo assieme alle aquile
e non avevo paura di allontanarmi dal nido
sulle cime dei monti sfidavo i venti del nord.
Darwin spiega, in modo non misterioso, i fenomeni biologici in profondità, rispetto a quanto fanno teorie rivali che vedono Dio come fabbricatore del mondo o delle leggi che lo regolano. La sua linea di pensiero offre forse la spiegazione più efficace e credibile di quanto non abbia mai saputo dire qualsiasi teoria che si basa sulla creazione divina del mondo.
Portando a termine la lettura non posso fare a meno di non tener conto anche l’origine divina della vita:
"E Dio disse:«Brulichino le acque d'un brulichio d'esseri viventi, e volatili volino sopra la terra, sullo sfondo del firmamento del cielo». E così avvenne... "
[Genesi, 1,20-26]
L’uomo, oltre a sentirsi la scienza dell’evoluzione addosso, che lo motiva, lo colloca, lo esplora, cerca sempre risposte soprannaturali, tanto più la sua vita si avvicina alla morte.
E parla con Dio, e solo a Lui chiede sulla “teoria” della propria fine.
Dimmi che un giorno avrò imparato a non cercarti
a non dirti rimani per più di una notte,
dimmi che quando ti tendo la mano
è per sempre ma è ancora come la prima volta.
Così l’ho letta: ho fatto un pasticcio?
daniela