Sulla paura

Anemonephobia
martedì 4 dicembre 2007 06:42
Ecco la mia prima poesia in questo forum... mi è venuta quasi di getto poco fa, spero possa piacervi :)

Ho imparato ad avvertire i passi della paura
A coglierne il peso inesprimibile
come di sabbia caduta dalle mani
che ritrova la strada del suo biondo mare

Ho imparato a decifrarla con lo sguardo
A cavalcare i suoi lampi di gelo
che come chiavi frantumano i segreti
e li aprono al dolore

Ho imparato a scorgere l'arrivo del bagliore
che arde come un falso sole nelle pupille
e si scioglie come veleno nei bicchieri
e nei piatti del mio aggrapparmi alla vita

Ho imparato tante cose
ma non a disimparare
la paura.
fil0diseta
martedì 4 dicembre 2007 08:14
Ecco Antonio... comincio con l'esprimerti l'invidia -buona- che provo a leggere cose come questa, venute quasi di getto, io che cerco disperatamente di scrollarmi di dosso quel cesello del verso, quel gusto di prosciugarlo, che spesso mi tengono a lungo su un testo.


Tenendo conto di questo mio stile ti segnalo le poche cose, che personalmente ritengo andrebbero limate




Ho imparato ad avvertire i passi della paura
A coglierne il peso inesprimibile
come di sabbia caduta dalle mani
che ritrova la strada del suo biondo mare

Ho imparato a decifrarla con lo sguardo
A cavalcare i suoi lampi di gelo
che come chiavi frantumano i segreti
e li aprono al dolore

Ho imparato a scorgere l'arrivo del bagliore
che arde come un falso sole nelle pupille
e si scioglie come veleno nei bicchieri
e nei piatti del mio aggrapparmi alla vita

Ho imparato tante cose
ma non a disimparare
la paura.


I come sono davvero tanti, ma può succedere in una prima stesura. Comunque il "come" in genere introduce un paragone, non una metafora, per quello lo userei con parsimonia.

Il suo biondo mare mi piace poco di per sé, inoltre suo è proprio necesserio? e l'aggettivo prima del nome, un altro pallino mio, sa un po' di maniera.

E i suoi lampi di gelo, lo leggo davvero meglio senza i suoi, l'espressione ne acquista in efficacia.

La chiusa, infine, comprendo che hai voluto produrre un'eco, ma la lettura in quel disimparare, a mio avviso si inciampa proprio alla fine.

Ho imparato tante cose
ma non a disimparare
la paura.



[SM=g27987] Mi sembra di avere detto un sacco di cose, ma sono solo piccolissimi accorgimenti, che tirerebbero più a lucido una poesia già molto bella [SM=g27985]



te_verde
martedì 4 dicembre 2007 12:11
Adoro le poesie di getto, mi piace quella sensazione che ti avvolge quando senti arrivare i versi che cercavi da tempo. Arrivano senza preavviso e se non sei pronta ad afferrarli sfuggono via senza lasciare traccia. Anche io li scrivo così come vengono ed a volte li lascio per giorni sulla carta, fino a quando non riesco a completare l'intera visone, altre volte, invece, scrivo di getto tutto il testo e sono tentata di pubblicare subito. Generalmente non lo faccio ed infatti dopo due o tre riletture mi accorgo di quelle piccole cose (piccoli accorgimenti come li chiama Daniela) che devo limare o modificare e che la rendono più aderente all'idea che avevo in mente.
In questo caso vista la immediatezza della pubblicazione, sono ben lieta di accettare queste piccole "sviste" (ma non abituartici [SM=g27990] ) e spero di leggere presto altre tue cose.

Benvenuto Antonio e complimenti.
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