Niente di impegnativo, Sandra, nessun concetto per cui arrovellarsi.
Sono solo immagini, come dici tu, sulle quali viene proiettata una fonte di luce, che corre su di esse illuminandole parzialmente.
Un po' come i flash back, che ti compaiono all'improvviso, senza un ordine e senza ragione, misti alle immagini reali, vicine, sulle quali intanto si posa l'occhio.
Mi piacerebbe trovare tutte le fonti da cui scaturisce questo pezzo.
Evviva, due le ho trovate:
La zuppa di pietra
Lattaio
Trattasi infatti dei ricordi di teatrini più o meno improvvisati (nei quali per riprodurre una cresta ti pappagallo si usava un guanto di gomma arancione, mezzo sgonfio, per fare che pendesse da un lato), anche realizzati nel luogo stesso in cui la poesia è nata.
Insomma, in agosto, mentre guardavo da due colonne della mia casa di collina, uno scoiattolo nero fulvo che rompeva gusci di nocciole sulle piante, mi venivano in mente tutte ste vecchie cose, che ho cercato di scorrere velocemente, con un occhio di bue impazzito.
ehehehhehehheh