Prima di leggere i commenti (e quindi lasciarmi inevitabilmente influenzare) preferisco esprimere subito le
mie sensazioni ed il mio parere.
La poesia introspettiva mi è sempre stata congeniale, forse per il fondo di malinconia e pessimismo che quasi sempre alberga dentro di me e, la simbologia che adotti nel testo, la caratterizza molto bene, con i suoi toni in bianco e nero nei quali c'è solo spazio per il grigio e null'altro.
Per quanto riguarda la parte tecnica, trovo che ci siano dei versi molto interessanti alternati ad altri che lo sono di meno.
Vago tra comignoli di pensieri
inesprimibilmente assorta
Molto bella l'immagine dei comignoli di pensieri, sono invece perplesso sull'utilizzo di quell'avverbio "inesprimibilmente" che, oltre ad inciampare sulla lingua (bisogna leggerlo almeno tre volte prima di azzeccare la pronunzia esatta
) non ritengo molto poetico come termine in se.
nel girovagare assiso
della stasi
Perdonami, ma l'inizio del testo è il biglietto da visita di tutto il resto e di questo inizio non capisco il senso, che vuol dire "girovagare assiso nella stasi"? (e poi hai il vizietto di infarcire termini con almeno sette otto "s"
)
è fumo negli occhi
aspro quanto basta
per lacrime d'acciaio
è fuliggine d'intento
quella che sporca le mani
e sfiata i polmoni
Poco da dire su questi versi: BELLISSIMI!
a lenire gli attimi di pece
accolgo empatiche carezze
Non chiedermi perchè, ma "empatiche" mi piace pochino.
offerte sull'altare
del sacrificio
Qui forse sostituirei i due versi. Se ci pensi un attimo soltanto, ti accorgi che l'altare sacrificale è un po' troppo scontatato vero?
e resto,
pur girovagando
e scrivo,
pur in solitudine
per abbracciarmi ancora.
A parte la ripetizione del "pur" mi piace la chiusa.
in sostanza con qualche revisione credo che questo testo abbia i numeri per diventare qualcosa di più.
Leonardo