te_verde
lunedì 26 novembre 2007 10:30


Forze non parallele senza scorta
innesti, frange di ottali-binari
tirati a lucido al limite della velocità
oltre la curva gaussiana
una sorta di muro radente
stringe le cosce dello spazio-tempo
siamo intrappolati con scampoli
di cellulari senza pilota
come fratture d'energia cinetica
in sospensione di pena,
tubi catodici e principi ausiliari
della termodinamica
spazi di Hilbert : 40 mq
compresi i doppi servizi.

E intanto fuori piove.
florinda49
lunedì 26 novembre 2007 21:42
sandra, in genere il tuo modo di scrivere mi piace, possiedi un tuo stile connotato, definito, un'espressività a volte aspra, sempre efficace, diretta

questo tuo esperimento non mi convince, da sempre mi chiedo: ci sono parole da evitare in poesia ? no, la risposta più ovvia è no, tutte le parole vanno bene se assecondano un contesto, quindi anche in questa tua poesia, poiché aderiscono perfettamente al contesto, vanno certo bene


però se poi analizzo le mie (personali) reazioni a questo tuo lessico mutuato dalla realtà scentifica mi scopro a storcere il naso sulle cosce dello spazio tempo, sugli scampoli di cellulari senza pilota, sui principi ausiliari della termodinamica

ho molto amato e ancora amo elio pagliarani per la sua ragazza carla, non sono mai riuscito ad amarlo per le lezioni di fisica e fecaloro, forse ha scritto anche i quanti di planck ma in questo momento non metterei la mano sul fuoco

mi viene il dubbio che non tutte le parole possiedano un'intrinseca valenza poetica, ce ne sono alcune da sconsigliare vivamente

più avanti ne riparleremo
te_verde
venerdì 30 novembre 2007 14:39
Grazie delle osservazioni Florinda, in effetti neanche a me piace questo tipo di verso, ma volevo cimentarmi con esso e non è detto che sia l'ultima volta.
E' inutile osservare che se mi mettessi giù con pochissimo impegno potrei darti una interpretazione plausibilissima e coerente di tutte quelle cose che ti hanno fatto storcere il naso (e non è detto che se troverò il tempo non lo faccia [SM=g27987] ) il fatto è che nel momento in cui scrivi certe cose, le fai lasciandoti andare e seguento il flusso delle parole ed il loro suono (ormedelcaos docet) ed hai come unico filo conduttore la logica dei pensieri.
Poi, a posteriori, riusciamo a trovarci tutti i significati che vogliamo.
Resta il fatto che è un modo di verseggiare abbastanza freddo dal punto di vista poetico (strettamente inteso), ma lascia molto spazio alla creatività e questo non è male.


sandra
fil0diseta
venerdì 30 novembre 2007 15:04
Secondo me l'esperimento ti è venuto anche bene e ti consiglio di non desistere: amo leggere gli autori eclettici, che non si tirano in dietro di fronte alla novità, che non si sedimentano su un clichet vincente, andando avanti a passettini, sempre nella solita zuppa. Io stessa cerco di essere così.

Accidenti, mi piaci proprio. Anche se non sono all'altezza di un commento adeguato [SM=g27995] posso dirti che ho molto apprezzato il guizzo finale della pioggia, che per me è quello che dà volume ai versi precedenti.




[SM=g28003]
te_verde
martedì 4 dicembre 2007 11:35
Re:
fil0diseta, 30/11/2007 15.04:

Secondo me l'esperimento ti è venuto anche bene e ti consiglio di non desistere: amo leggere gli autori eclettici, che non si tirano in dietro di fronte alla novità, che non si sedimentano su un clichet vincente, andando avanti a passettini, sempre nella solita zuppa. Io stessa cerco di essere così.

Accidenti, mi piaci proprio. Anche se non sono all'altezza di un commento adeguato [SM=g27995] posso dirti che ho molto apprezzato il guizzo finale della pioggia, che per me è quello che dà volume ai versi precedenti.
[SM=g28003]



Accidenti filo, se continui a farmi complimenti va a finire che mi monto la testa [SM=g27995] .

Grazie per l'apprezzamento.


[SM=g27985]



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