Visioni dall'infanzia

Anhelikax
lunedì 17 settembre 2007 16:33
Fui stanza colma di jalamè preziosi
-ogni losanga una stella-

senza città da abitare
-solo campagna-
difesa da meli e ciliegi
carichi di fiori rosati e ronzanti
-e poi di frutti-

snella figura bruna intrisa
nell’anima di olivi e cipressi
colline e alberi danzanti
straripati dalla piena rumorosa
dell’inverno
-dopo che passò l’autunno-

in pozze di mota gelata
da rompere con ai piedi
scarpe pesanti
quando a gennaio-rosse le gote-
pungeva la tramontana
e si fermava
fra le grandi fumate dei camini
qualche “monachina” scintillava
dileguandosi a spirale
innocente di fuochi e mani
curiose a domandare..

ormedelcaos
martedì 18 settembre 2007 10:46



C’è un transito tra gelate e fruttificazioni dove s’indirizza il mutamento di natura e di senso tattile del ricordo. Un fiume in piena, questo, che scaraventa in suoni ed immagini la purezza dell’infanzia, nella simmetria dell'antico.
Ritornano quegli elementi primari: stati d’acqua, fuoco; la vita che “rotto il ghiaccio” con lo scarpone…riprende a scintillare:

innocente di fuochi e mani
curiose a domandare..



Hai la tattilità della parola che la plasmi ad immagini come dipingessi, quasi a ri-comporre il presepe di vita tra la fanciullezza e la maturità.

Sei sempre più brava Lù.

Ciao. walter
filodiseta
sabato 22 settembre 2007 08:53
Concordo con tutto quello che scrive Walter.

In più, voglio segnalarti i versi in cui riconosco lo scenario di alcuni ricordi anche miei:



colline e alberi danzanti
straripati dalla piena rumorosa
dell’inverno
-dopo che passò l’autunno-

in pozze di mota gelata
da rompere con ai piedi
scarpe pesanti
quando a gennaio-rosse le gote-
pungeva la tramontana
e si fermava
fra le grandi fumate dei camini
qualche “monachina” scintillava
dileguandosi a spirale




Un abbraccio [SM=g28003]
elfo nero
domenica 23 settembre 2007 22:32
Una poesia che trascina il lettore nei propi ricordi
Complimentissimi a te


Ps: cosa sono i "jalamè"?
el_greco
sabato 29 settembre 2007 18:38


quando a gennaio -rosse le gote-
pungeva la tramontana
e si fermava
fra le grandi fumate dei camini
qualche “monachina” scintillava
dileguandosi a spirale
innocente di fuochi e mani
curiose a domandare..



E'una immagine delicata e dolce, carica di quel calore che fa star bene dentro. Tutta la tua poesia ne è impregnata, ma in questo passo ritrovo l'affetto di un luogo familiare ed accogliente.
Davvero brava Lù.




Leonardo
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