te_verde
venerdì 30 novembre 2007 14:55

Vorrei azzannarti,
squarciare a morsi quel torpore
che ti rende impermeabile alla vita
e irrompe in sogni di catrame stinto

proporti giorni pieni come una melagrana
scorrendo il filo dei pensieri
fin dove si congiungono le labbra

o incollare versi sulla pelle
per sciogliere parole
a dirottare carezze in fondo al grembo

ma mi rassegno
e al tuo passaggio chino il capo
con le mie scarpe che scartano di lato

né so dove poggerò queste dita
quando il tuo viso si allontana
dalla direttrice del mio sguardo

Vorrei donarti fragole di bosco
invece resta solo un gusto asprigno

come l’uvaspina.



Lorenzo de Vanne
venerdì 30 novembre 2007 23:41
a me piace, molto il tuo stile molto chiaro, senza fronzoli, anche con quei tuoi "o" ..."e" che danno l'impressione di rallentamento del fluido poetico...
ma poesia, non è sempre ermetismo...
poesia è anche canto libero...
Maredinotte
sabato 1 dicembre 2007 10:51
mi piace molto questa poesia... ha questo retrogusto aspro, tra versi tagliati e taglienti che mescolano immagini altamente poetiche con termini scientifici, tecnici, che però si amalgamano a perfezione e che a me personalmente piacciono e sono sempre piaciuti!
tutte le poesie che ho letto sono così: un po' dure... ma questa mi è piaciuta veramente molto molto.. [SM=g28002]
grisby60
sabato 1 dicembre 2007 19:02
Ho apprezzato molto il "retrogusto amaro" dei tuoi versi ...

elfo nero
domenica 2 dicembre 2007 21:21
Esatto, questi tuoi versi hanno un sapore, un retrogusto amaro.
Scrivi benissimo e lasci trapelare emozioni nelle tue poesie
[SM=g28002]
florinda49
domenica 2 dicembre 2007 22:48
mi colpiscono soprattutto due aspetti: l'incisività lessicale, soprattutto per quanto riguarda i verbi: azzannarti, squarciare, irrompe, sono gli esempi più evidenti, ma tutto il linguaggio mi sembra improntato a grande energia e a una scelta sapiente, che rende coerenti persino quei sogni di catrame stinto, che si amalgama bene al contesto

giorni pieni come una melagrana

dalla direttrice del mio sguardo

dai la sensazione netta di saper padroneggiare il linguaggio e di riuscire a imprimergli una direzione in linea con lo spirito che abita le tue poesie, che apprezzo molto


la seconda cosa che mi colpisce molto favorevolmente è il dosaggio oculato, perfetto, degli aggettivi, non li ho contati, ma sono veramente pochi e giusti

a volte un dispendio eccessivo di aggettivi serve a sopperire alla mancanza di una direzione consapevole, non si capisce bene dove si vuole andare e ci si aggrappa agli aggettivi

a volte basta poco per capire che ci troviamo davanti a moneta falsa, è sufficiente annusare gli aggettivi

te_verde
martedì 4 dicembre 2007 11:41
Ecco adesso arrossisco, ragazzi fatemi qualche critica!!!
A parte gli scherzi, sono contenta vi sia piaciuta e ringrazio tutti indistintamente Lorenzo, Maredinotte, grisby, elfo nero

Florinda, hai ragione, non mi piacciono molto gli aggettivi e sono d'accordo con la tua analisi circa il loro utilizzo, anche se ho letto delle cose bellissime che utilizzavano gli aggettivi in maniera spregiudicata. In sostanza credo che sia sempre un discorso di originalità dei versi e di una capacità di riuscire a non farne avvertire la loro presenza.
Grazie per lo studiato apprezzamento.
el_greco
mercoledì 5 dicembre 2007 10:49
Mi associo al coro, anche se resta difficile capire il perchè di quella rassegnazione della seconda parte del testo, vista la buonavolontà nel cambiare la situazione che esprimi nella prima metà dello stesso

[SM=g27987]

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