a mia madre

al_qantar
domenica 12 maggio 2013 23:14


ora attendi l’acqua che travasi i davanzali senza la pietà del pettine
riflessi senza corpo le attese dietro le lenticchie acuminate
coi gerani a guardare quel vestito a fiori grandi e del miele
sempre acceso sui bordi delle gravidanze

segni distratti la ninna nanna presa su una mano
che gira pagine di un grandhotel di sogni sotto la sciallina
o curva di braccia nei ritorni balconi spinti sul cortile
durante le distanze dei vagiti e i buchi nelle calze

è andato sulle spighe di luglio il tuo, il nostro amore
senza la difesa dell’aglio né la carezza mai definitiva
luogo di concezione incerta per l’impropria natura
e mi domando se mai abbiamo avuto un tempo

per le fioriture da osservare (che prima di quel tempo già appassivano)
vicino alle ginocchia, appoggiati alle grondaie per sentire i deliri
colarvi dentro, senza passioni a rinverdire il pane da bicocca
svuotati (noi) come gli occhi di adesso che attendono quell’acqua






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