ancor battere

morgan4
venerdì 19 giugno 2009 20:45






seguo lo scorgersi piegata
di linee nell’incerto delle ascese
ancora al rimanere di contorni
privi e smarriti
e fretta ai passi

le dimensioni restano d’arrendere
sulle mani ai giudizi infranti
stesa dentro il nulla di un ricordo
donato al caso,
ribellato in sospiri

per contare rincorse
e l’abbandono
del corpo senza direzione alcuna
vibrato sui battenti,
lo schiudersi delle dita appena,
ingurgiti di niente

come a mezz’aria altrove di barriere,
che sia rifugio il tocco
in balìa delle assenze
alle movenze e i piedi






simina
anumamundi.
sabato 20 giugno 2009 13:36


Ok Simina, dopo aver tanto letto di te (e taciuto) mi sembra giusto esprimere il mio parere, così da darti una idea di ciò che penso della tua poesia.
Intanto il fatto di rimanere in silenzio non è dovuto ad un atteggiamento snob verso i tuoi testi, né al fatto che io non li legga, tutt’altro, li ho letti tutti e tutti mi hanno dato la stessa impressione.
A parte i testi iniziali, dove era chiara la tua voglia di ricercare una identità, quelli che sono seguiti hanno sempre più avuto l’impronta della sperimentazione, ecco perché mi sono guardato dall’esprimere un giudizio.
Ora però noto che le tua poetica tende ad un viraggio molto intimistico e personale che poco spazio lascia alla interpretazione.
E’ come se tu avessi molto da dire, ma tentennassi ad aprirti e lasciarti andare. Come se le sensazioni volessi tenertele per te, senza dare modo ad altri di entrare nella tua sfera emozionale. Magari, anche se sei molto giovane, l’esperienza ti spinge a non aprirti più di quel tanto che necessita, ma, credimi, la poesia aiuta, basta solo fare in modo che resti poesia e le sensazioni che si provano scrivendola restino confinate in quegli attimi irripetibili.
Appena sei entrata in questo laboratorio ho capito che avresti potuto dare molto a tutti perché non è usuale trovare penne valide della tua età. Ora, però, dovresti imparare a trasmettere le emozioni, a non trascinarti dietro un fardello di concetti che si aggrovigliano attorno ad un nucleo emotivo del quale tu sola possiedi le chiavi di lettura. Chi legge le tue poesie vuole provare ad avere i tuoi occhi e guardare ciò che tu vedi, magari provando sensazioni diverse (questa è la poesia), ma sentirla sua anche solo in qualche verso.
Basta solo rendere più fluidi i versi, provare a eliminare i panegirici; avere chiaro di cosa si vuole scrivere e poi lasciarsi andare. In questo senso trovo perfetta la filosofia creativa di norternrock lasciata sotto la poesia di filodiseta ( calliope.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd... ) .
Tu hai la fortuna di avere vicino qualcuno che in questo senso può aiutarti davvero, approfittane.
Un abbraccio
ALF



morgan4
sabato 20 giugno 2009 17:23
queste sono le cose che mettono il sorrisone


hai capito benissimo tutto tutto

vedi, per ogni verso c'è dietro "incastratissimo" un concetto, prima volutamente ora spontaneamente nascosto, per un senso di pudore, tutto qua che devo superare per riuscire ad esprimermi al meglio ed arrivare a chi mi legge.
i miei componimenti sono un mio specchio e non vanno oltre, pensa che a volte, a distanza di tempo non arrivano nemmeno a me, li trovo estranei e ricoperti

è un mio grande limite ma mi concedo un po' di tempo perchè la voglia c'è di evolvermi, ce n'è tantissima [SM=g27985]
e so di potercela fare se mi aggrappo per bene a chi mi sta accanto [SM=g7831]


è stato davvero gratificante trovare il tuo commento
ti ringrazio di [SM=g27998]


simi
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