andato a ritorno

il_complice
lunedì 8 giugno 2009 15:13
c'è chi mi chiese il visto
con cui sarei andato

l'odore fluido
della levitazione
attirò i curiosi come mosche;
allora decisi che il tempo si sciogliesse
e disponesse ai miei piedi
lotti di amnesìa

mentre salivo,
tutto di me sembrava così immobile
che forse fu il mondo a dislocarsi,
annullando le diversità
tra me ed io

-semplicemente fisso mi si alzava
e sulla testa una corona d'occhi
puntualmente mi rendeva
universo-

in realtà non c'è sosta in cima al mondo
si sale e si scende
come su di noi, la vita
morgan4
lunedì 8 giugno 2009 17:25


per come la vedo io, in questa poesia tutto diventa mobile.
l'ultima strofa, l'esempio più eclatante, dove smonti delle credenze millenari riguardo all'unica vera sosta, quella in cima al mondo.
c'è mobilità anche nel tuo trasformare il me in universo.
e soprattutto, il mobile che mi ha stupito di più, quello dei congiuntivi della prima strofa, quegli "- esse" "-esse" mi danno proprio l'idea di un qualcosa che culla, e quindi muove.

senti, mi piace assai
e sono contenta di essere riuscita a commentarti [SM=g27990]


bene, ti abbraccio forte


[SM=g7831]

simina


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