c'è un senso nell'uso di tutti quegli infiniti o solo casualità
il senso lo vorrei individuare nel desiderio di allontanarsi dalla prima persona, dalla storia de-finita, personale, per generalizzarla, al fine di raccontarla in modo distaccato. ma inevitabilmente ricade su di sé. una situazione vista allo specchio deformato, insomma, che solo nei punti incidenti ritrova le sembianze vere
c'è qualche esagerazione
Era la pena a far vibrare il terreno
in odori di lutto, nel vedere quel poco
che ho amato e qualche cosa da alleviare
nascosta a risolvermi in un coprire di seni
nell’ormai pianto,
tornata che v’ero
a disfare e riperdermi in vincoli.
E come mutare
gli ieri in daccapo?
Era il ritorno di un mancare di noi
che tingevamo il presente di abbandono,
e dei discorsi a metà,
appesi agli ora no
in quei punti la vedrei un po' più liscia:
Era la pena a far vibrare il terreno
in odori di lutto, nel vedere quel poco
che ho amato e qualche cosa da alleviare
nascosta a risolvermi in un coprire i seni
in un ormai di pianto, tornata ov’ero
a disfare e riperdermi in vincoli
E come mutare l'ieri in daccapo?
Era il ritorno di un mancare di noi
che tingevamo il presente di abbandono,
e dei discorsi a metà, appesi agli -ora no-
(una diversa disposizione grafica ti consentirebbe di eliminare parte del sottobosco di parolette. Lo sai e sai come esalterebbe questo stile)