cenere tornerai

lastrega65
giovedì 26 aprile 2012 00:13
i marinai non muoiono
diventano gabbiani
così narra la leggenda


Di colpo il vento girò il sole
la mano lascia andare il padre
i nomi delle onde a pronunciarlo

della nebbia fa male il tratto
bianco senza lo splendore della neve
quando scompare, velocemente
di nitidezza si chiude quasi l'occhio

nell'acqua un bacio
segue un attimo la scia
scende, risale
due sopracciglia allargano il cielo
forse un gabbiano

in_canto trasparente continua il mare
io ci sarò alle caviglie del molo
chi ama torna non sa fuggire
da carne a carne, come di sangue
fabella
giovedì 26 aprile 2012 07:55
Intanto saltano due associazioni un po' troppo evidenti. Il titolo, che comprendo sia voluto, ma con una piccola invenzione (non dimentichiamo che la poesia è anche invenzione), lo avresti reso unico, pur mantenendo l'idea. E poi qui, che non ho fatto a meno di pensare a Elio (e le Storie Tese) che ha le sopracciglia a gabbiano [SM=g8231]

due sopracciglia allargano il cielo
forse un gabbiano


Nel resto c'è sempre qualcosa che chiama ad essere eliminato


i marinai non muoiono
diventano gabbiani
così narra la leggenda

Di colpo il vento girò il sole
la mano lascia andare il padre
i nomi delle onde a pronunciarlo

della nebbia fa male il tratto
bianco senza lo splendore della neve
quando scompare, velocemente
di
nitidezza si chiude quasi l'occhio

nell'acqua un bacio
segue un attimo la scia
scende, risale
due sopracciglia allargano il cielo
forse un gabbiano

in_canto trasparente continua il mare
io ci sarò alle caviglie del molo
chi ama torna non sa fuggire
da carne a carne, come di sangue


io la vedo così, ma solo per esempio:




(la leggenda narra che i marinai non muoiono, ma diventano gabbiani)

di colpo il vento gira il sole
la mano lascia il padre, i nomi delle onde
e della nebbia fa male il tratto bianco
senza neve, senza la nitidezza
che chiude quasi gli occhi

nell'acqua un bacio scende, risale al cielo
che pare allarghi la forma di un gabbiano

io ci sarò, alle caviglie il molo
da carne a carne, come di sangue -attesa




le motivazioni che sei solita inserire nel testo, le distaccherei completamente. le metterei a mo' di introduzione, scritta in prosa, oppure addirittura riassunte nel titolo.

buona giornata a te [SM=x2823269]
lastrega65
giovedì 26 aprile 2012 13:05
ma adesso la poesia è tua, però mi piace così tanto...che vorrei averla scritta io! Grazie fabella...si..grazie per la pazienza...riscrivo


c(')e_ nera sorte

(i marinai non muoiono diventano gabbiani: così narra la leggenda)


di colpo il vento gira il sole
la mano lascia il padre, i nomi delle onde
e della nebbia fa male il tratto bianco
come di neve. senza la nitidezza
che chiude quasi gli occhi


all'acqua un bacio scende, risale al cielo
che pare allarghi la forma di un gabbiano

poi c'è silenzio

io ci sarò, alle caviglie il molo
da carne a carne, come di sangue -attesa
fabella
giovedì 26 aprile 2012 14:06


Sì, hai ragione. La poesia è diventata un po'mia, però resta la conferma di quanto buono semini. E l'esempio per imparare a leggerti nell'essenziale (tra la vernice e la tela)... e non è una difficoltà da poco. Mi piace solo poterti aiutare nella strada della sintesi, senza perdere il legame con il tema, che sento ancora molto importante, per te.

[SM=g2843107]
lastrega65
giovedì 26 aprile 2012 14:39
ho modificato appena il tuo testo, per sentirla anche un poco mia...mi piace così, mi piace averla scritta cont e, mi piace come sfrugoli nella mia scrittura, mi piaci tu ( virtulamente e poeticamente parlando eh! Sorrisolargo)
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