mi sembra di dovere scavalcare un filo spinato, leggendo la tua nuova poesia
Ricordo le corsie e gli ostacoli
trafitti in fuga, scavalcati,
e camminare a piedi scalzi su vetri frantumati
uno ad uno sui passi nei frantumi
legami persi, ma non sciolti
come anelli alle tue dita
e un portarti addosso le colpe
mordendomi in colpe incise
alle coperte rese nei risucchi
dove la parte che si nasconde è ancora infusa di innocenza, dell'età in cui prelievi i ricordi
dei singhiozzi in nascondigli
aperti a prelievi dell’innocenza
tesoro mio